Nuove birre da Crak, Extraomnes, Hilltop, Alder e altri
Malgrado il momento difficile che stiamo attraversando, alcuni birrifici riescono ancora ad appagare la nostra sete di nuove birre. Ecco una selezione di alcune recenti uscite italiane.
Apriamo le danze con le ultime creazioni di Crak Brewery, che anche durante questo strano periodo storico ha partorito parecchie novità. Innamorati profondamente del luppolo e di tutte le sue sfumature, nascono quattro nuove declinazioni di IPA. La prima, chiamata semplicemente CRAK, segna un ritorno alle origini dello stile, presentando un carattere resinoso e un finale lievemente tropicale e una gradazione alcolica intorno a 6.5% vol. Vede la luce anche la We Need Sun, una session IPA da 4.2% vol. con massicce dosi di nelson sauvin che conferiscono a questa birra tipiche note floreali e di uva bianca aromatica. Terza sullo starting block la Together Apart, DDH IPA prodotta con tipologie di luppolo provenienti dai 4 angoli del globo: amarillo, mosaic, motueka, citra e nelson sauvin. Ultimo soldato luppolato del plotone è la All Together.
Questa birra rientra nel progetto omonimo lanciato dal birrificio Other Half che ha condiviso la propria ricetta invitando tutti i birrifici a replicarla, portando il proprio twist. Il ricavato però deve essere devoluto a sostenere il mondo brassicolo. Nel suo piccolo Crak ha deciso di usare i profitti per produrre una nuova birra che verrà regalata a tutti i locali che hanno sostenuto e sosterranno il loro birrificio nella nuova strada intrapresa. Concludiamo con la Cocco Bello, imperial pastry stout da 10.5% vol. che, come il nome lascia presagire, contiene cocco, tostato in questo caso, e cacao.
Rimaniamo in Veneto dove troviamo la collaborazione tra Blond Brothers di San Donà di Piave (VE) e Bellazzi di San Lazzaro di Savena (BO), che ha dato vita alla Rabat&Tallin, baltic porter da 6.5% vol. con aggiunta di datteri in bollitura.
Proseguiamo la rassegna con le novità lombarde. Prima tappa in casa Extraomnes dove è nata la Cleopatra, un nome decisamente evocativo per una birra che nasce dalla Bounty Killer, imperial stout al cocco, dopo un affinamento in botti di grappa di Amarone.
In casa Alder continua il progetto Green Lobster, con la numero #2. Questa volta l’american IPA di casa si presenta con una base di malti tedeschi e UK, mentre il corredo luppolato è composto da nelson sauvin, simcoe e mosaic, la fermentazione è stata affidata a lieviti d’oltre manica.
Voliamo nel Lazio, a Bassano Romano, enclave inglese, casa del birrificio Hilltop. La Gallagher Brut, ispirata al cocktail Black Velvet, definita da Connor come una italian/irish grape stout. Per raggiungere il risultato vengono impiegate vinacce di uve di vino bianco e malto tostato, come per la Gallagher Stout vengono inoltre aggiunte anche alghe marine essiccate.
Il birrificio Kashmir, dal Molise e precisamente dalla provincia di Isernia, ha compensato il divieto di spostamenti con viaggi mentali. Nasce con questo scopo la loro Terranova, kveik imperial IPA da 9% vol. Malti inglesi, luppoli che abbracciano il Giappone (sorachi ace) e gli USA (centennial e mosaic) con abbondante double dry hopping e lievito kveik norvegese.