Sfiziosi duetti: pulled chicken e Märzen
Rivisitazione del più classico pulled pork (ricetta americana, della North Carolina, a base di maiale), il pulled chicken ne ricalca il concetto-cardine (quello di una carne cotta lentamente e sfilacciata prima del consumo), applicandolo alla specificità del pollo. In tavola cadono le carte non trascurabili di un alto valore proteico, di un basso tenore in grassi e calorie, di una consistenza appagante e gustosa associata a una facile digeribilità.
La ricetta
Piatto eclettico (per quanto appena detto), sia in senso stagionale sia in ordine alla collocazione in corrispondenza di uno dei due pasti principali della giornata, ha oltretutto il pregio di una preparazione tutto sommato semplice. Immaginando di essere a tavola in quattro, si procede in questo modo. La lista degli ingredienti recita: 600 grammi di petto di pollo, 3 grammi di zucchero, un cucchiaino di sale e uno di aglio in polvere, un cucchiaio di paprika dolce, un pizzico di cumino in polvere, un pizzico di peperoncino piccante (opzionale) e uno di pepe nero a piacere. Predisposto il tutto, ecco come muoversi ai fornelli. In una ciotola, mischiare spezie, sale e zucchero; dei petti (dopo averne asportato, con la lama di un coltello, osso centrale, cartilagini e strati di grasso) lasciare le sole polpe; raccogliere queste ultime in un sacchetto di plastica alimentare; aggiungere loro la miscela di aromi, massaggiandole bene così da cospargerle omogeneamente con il trito; eliminare dal sacchetto stesso, comprimendolo, quanta più aria possibile; chiuderlo accuratamente e lasciarlo riposare in frigo a lungo, dalle due alle otto ore. Ora portare il forno a forno a 150 °C e collocarvi la carne dopo averla adagiata in una teglia dai bordi alti e averla coperta con carta stagnola; cuocere per un’ora e mezza o due; far raffreddare per 30 minuti; sfilacciarla con due forchette e il gioco è fatto.
Nel bicchiere
Il pulled chicken può essere consumato tal quale, come imbottitura di un panino, di una piadina, o anche accompagnato da riso bollito. In ogni caso, per scegliere la birra in abbinamento, si dovrà tenere conto di un profilo sensoriale di medio-alta intensità; di una consistenza tenera; di una tendenza olfattiva mediterranea; di una propensione gustativa dal taglio sapido e piccante. Un insieme di connotati che orienta, nella scelta della birra in abbinamento, verso tipologie dalla corporatura agile e dalla costruzione organolettica morbida (priva di inclinazioni amaricanti significative); nonché dotate di un timbro aromatico accondiscendente nei confronti di quello del piatto. Possiamo pensare ad esempio a una Märzen, stile che trova da tempo, anche entro i confini dello Stivale, interpretazioni all’altezza dell’archetipo tedesco. Quanto alle specifiche etichette, proponiamo quella targata Birra Elvo; la SD&R Fest Bier firmata da Birrone; la Räuschla di casa Knoblach; e la Fastenbier della scuderia Bayer.