Christmas Beer 2015: tutte le Birre di Natale italiane
Come si dice, il Natale quando arriva arriva. Ma il vero beerlover si lascia scappare “adesso è Natale!” soltanto se sulla tavola o al bancone del pub vede stappare le prime produzioni dedicate alle feste. Ebbene sì, anche il Natale ha la sua birra! Fino a qualche anno fa era impensabile trovare sotto l’albero un prodotto artigianale, ancor meno pensare di sostituire spumanti e vin santi con brune complesse e ambrate speziate. Per fortuna oggi sono tanti gli italiani che cominciano ad apprezzare le “Christmas Beers” nostrane, molte volte vendute in confezioni regalo o nella veste prestigiosa e festiva della magnum da un litro e mezzo.
Così anche noi, seguaci di Bacco, scopriamo il rito di Cerere che da secoli caratterizza Paesi a tradizione birraria come il Belgio e cominciamo finalmente ad apprezzare la buona birra anche d’inverno, sfatando quell’odioso luogo comune che la vuole soltanto regina d’estate. I puristi delle classificazioni birrarie ci ricordano però che le Birre di Natale non rappresentano uno stile. Non hanno dei tratti comuni produttivi, ma piuttosto possono essere considerate come birre d’annata, dal momento che il birraio solitamente rivede di anno in anno la ricetta. Certo quasi sempre, visto il periodo di riferimento, si presentano corpose, speziate, complesse e calmanti, perfette per accompagnare i dolci tipici delle festività o semplicemente allietare e scaldare un dopo cena tra amici. E allora, perché non abbandonare per una volta le classiche bollicine di spumanti o champagne e brindare con una originale e sorprendente Birra di Natale italiana?
Birre di Natale 2015
25DODICI – Birra del Borgo (Borgorose, RI)
Un classico delle birre italiane di Natale, la 25dodici del birrificio di Leonardo Di Vincenzo si presenta di colore ambrato scuro. La versione 2015 è (come già altre edizioni in passato, peraltro) austera e non eccessivamente dolce: al naso si caratterizza caratterizzata per note di frutta secca (noce) e disidratata (fichi, uvetta), ma anche tostate ed erboristiche (china). In bocca le sensazioni sono calde, di mieli scuri, avvolgenti eppure dotate di una punta acidula che dà vivacità equilibrante e anticipa il finale amaro da radice (9,5%vol.).
ASTRUM – Birrificio Sorrento (Massa Lubrense, NA)
Sotto l’abete, una belga anche per il Birrificio Sorrento: una Strong Dark Ale color mogano, dalle note tostate e morbidamente alcoliche, sulle quali però s’innestano altri temi olfattivi, essi stessi – peraltro – tipicamente invernali e da fine anno: in particolare spunti di cannella, chiodo di garofano e anice stellato, in un gioco di alternanze che richiamano alla mente i dolci della tradizione campana. Il grado alcolico è 7,5, l’ammontare delle Ibu si attesta a quota 40, per un tenore amaricante che bilancia efficacemente le dolcezze di base, rendendo la bevuta fluida e incline a farsi seguire da altre sorsate.
A RENNA GLÜH – Loverbeer (Marentino, TO)
La A Renna Glüh, come tutte le sue sorelle, è frutto dell’attenzione, della ricerca e della meticolosità del mastro birraio Walter Loverier. Per la sua natalizia Walter si ispira alle glühkriek belghe, una sorta di vin brulè fatto con la birra. Partendo dalla base della D’uva Beer vengono aggiunte anice stellato, cannella, chiodi di garofano e scorze d’arancia dolce. La birra può essere servita alla normale temperatura di 8-12 gradi oppure riscaldata, come da stile originale, fino a 70°. Si tratta della versione definitiva della birra apparsa l’anno scorso, che in pochi hanno avuto l’occasione di assaggiare. Il nome è un misto piemontese-fiammingo – come la birra stessa – e significa la renna (“A Renna”) calda (“Glüh” in fiammingo e tedesco)
ATMAN – Birrificio degli Archi (Viareggio, LU)
In occasione del Natale 2015, la ciurma versiliese de Gli Archi (ai fornelli il birraio Michele Menchini), porta a nuova vita una ricetta già conosciuta qualche anno fa, per poi però essere temporaneamente ibernata. Dalla cura rivitalizzante a base di lievito Westmalle (in sostituzione di quello precedentemente utilizzato), sorge alla luce una Tripel canonica, decisamente aitante nell’esuberanza etilica (9 i gradi, al saldo conclusivo), ma mai pungente: anzi alquanto zuccherina nelle sensazioni nasali, per guadagnare invece le proverbiali snellezze di beva dello stile di riferimento, destinate a culminare in un finale dry e in timbriche apprezzabilmente (seppure non travolgentemente) amaricanti.
BABBO BASTARDO – Birrificio Geco (Cornaredo, MI)
Nella produzione della Babbo Bastardo oltre al malto d’orzo vengono utilizzati anche avena e orzo non maltati. Durante la bollitura del mosto sono aggiunti ginepro, pepe rosa e coriandolo, riscontrabili sia al naso che in bocca. Si presenta di color arancio, con lievi riflessi dorati, una schiuma bianca, fine e piuttosto persistente. L’olfatto è caratterizzato da frutti gialli come albicocca, ananas e banana, che accompagnano gentilmente gli aromi delle spezie e dell’abbondante luppolatura. Al gusto l’attacco maltato ed etilico viene bilanciato dall’erbaceo del luppolo, subito seguito da note speziate ben distinguibili di pepe rosa e ginepro, nel complesso molto warming. Il finale è lungo ed estremamente persistente e vi dominano il pepe rosa e una decisa nota secca ed aromatica di luppolo.
BIRA DE NADÀL – Valscura (Sarone di Caneva, PN)
Al 25 dicembre, in quest’angolo del Friuli occidentale, si brinda con la Bira de Nadàl: una Strong Golden Ale color ambrato chiaro, speziata attraverso l’aggiunta di scorze d’arancio, le cui peculiarità si affiancano ai tratti gustolfattivi propri dei malti di base e della fermentazione (caramello, miele, uva passita e frutta esotica). Il palato, caldo e avvolgente, si struttura attorno a una dorsale alcolica da 8 gradi.
BIRRA DI NATALE – Birrificio Leder (Ledro, TN)
Didascalica, da parte di Leder, la scelta battesimale per la sua Christmas edition: si chiama semplicemente Birra di Natale ed è (curiosamente invece quanto a opzione stilistica) una Roggen ovvero una base Weizen che include però, oltre ai malti d’orzo e frumento, anche quello di segale. Il tutto trattato con luppolo Premiant, volto ad aggiungere le sue note speziate a quelle tipiche della miscela utilizzata: tra le quali spicca il chiodo di garofano, preludio olfattivo a un palato lievemente acidulo e piccante (apporto tipico della segale).
BIRRA DI NATALE – Maltus Faber (Genova)
Nella gamma del birrificio genovese non poteva mancare una birra di Natale, data la grande attenzione da sempre dimostrata per gli stili belgi (e non solo). La birra che dal 2007 Maltus Faber produce per le feste però non ha alcuna speziatura. Il profilo aromatico è dato infatti unicamente dal lievito (molto attenuante) e dalla luppolatura, fatta in aggiunte successive, negli ultimi trenta minuti di bollitura, tutta di First Gold. Di 8% di alcol in volume, si presenta di colore ambrato/ocra; in bocca risulta secca con note agrumate (tipiche del luppolo) e spezie (tipiche invece del lievito), ben bilanciate dalle sensazioni maltate. E’ birra dalla beva facile, caratteristica piuttosto atipica per le birre di Natale in genere.
BIRRA DI NATALE – San Gabriel (Ponte di Piave, TV)
Anche in questo caso la scelta del nome è la più semplice: Birra di Natale si chiama la celebrativa di San Gabriel: una strong tra l’altro non troppo muscolare nei toni alcolici (6.5 la gradazione) e invece decisamente strutturata negli altri connotati gustolfattivi: rotonda e avvolgente, questa ambrata della Marca Trevigiana esprime aromi di frutta matura, vaniglia e cacao, chiudendo la corsa gustativa con sensazioni morbide, tipicamente invernali.
BLACK CHRISTMAS – Toccalmatto (Fidenza)
Toccalmatto sempre irreverente nei confronti del Natale, quest’anno sforna una imperial porter da 10,5%, pericolosa e sorniona con le sue raffinate note torrefatte di caffè d’orzo, radice di liquirizia e mallo di noce, speziata con cioccolato, vaniglia e arancia dolce.
BLOODY XMAS – La Fucina (Pescolanciano, Isernia) e Cantaloop (Cantalupo nel Sannio, Isernia)
Volutamente provocatoria nel nome (con, in mezzo, Angelo Scacco de La Fucina, niente di meno da aspettarsi), questa birra di Natale confezionata in Molise si rivela tale anche alla prova del palato. Come base una Belgian Dark Strong Ale; come sovrastruttura, speziature a manciate, modello vin brulé, ma seguendo altre piste circa la selezione degli ingredienti. Qui figurano cardamomo, pepe e cannella, per una bevuta nella quale le sensazioni torrefatte di base fanno da trampolino a una curiosa escalation aromatica da pan pepato versione orientale. Gradi alcolici 7; e beva assicurata, specie per chi ama i ricami aromatici…
BRIGHELLA – Birrificio Lambrate (Milano)
La Brighella deve il suo nome a una maschera della commedia dell’arte bergamasca, diventata sinonimo di monello. La birra di Natale del Lambrate è un’ambrata con riflessi arancio da 8.8% gradi alcolici. Al naso, complice la speziatura, si trovano miele millefiori, pesca, albicocca e zenzero. In bocca si attacca sul miele per passare poi alla frutta sciroppata, con un finale più sulla frutta secca (mandorla). Calda e avvolgente, è perfetta per affrontare il rigido inverno milanese.
BUCEFALO DI NATALE – Maiella (Pretoro, CH)
La già robustissima struttura della Bucefalo (Imperial Stout con farrio biologico e zucchero di canna, dalle vigorose percezioni di cioccolato e caffè) viene da Maiella, in occasione delle feste invernali, impreziosita ulteriormente con l’aggiunta mosto di vino cotto e spezie. vaniglia, cannella, coriandolo, arancia candita. La gradazione rimane a quota 9, il respiro aromatico si accresce e si fa ancor più complesso.
CHRISTMAS CRU – Birra Almond ’22 (Loreto Aprutino,PE)
Creativa come sempre, la vena Almond offre, per il bicchiere da bersi sotto la corona di vischio, una Italian Grape Ale prodotta con miele di Stachys( miele molto raro), con mosto cotto di Montepulciano D’Abruzzo e fermentata con i lieviti impiegati nella vinificazione del medesimo vitigno (principe, tra quelli a bacca rossa, delle terre aprutine). Il risultato è un calice d 9 gradi, di colore ambrato, media corporatura e tenore amaricante ben contenuto.
CINTURA D’ORIONE – Birrificio Del Forte (Pietrasanta, LU)
Sul solido ceppo della Mancina XL (la prima sperimentazione invernale della casa), il Birrificio del Forte (Pietrasanta, Lucca; avvio delle attività nel 2011) ha costruito la sua specifica etichetta natalizia: si chiama Cintura D’Orione e si caratterizza, oltre che per la (canonica) robustezza delle architetture, anche per l’utilizzo, di anno in anno, di un diverso tipo di miele in funzione aromatizzante. Alla sua terza edizione, la ricetta 2015 ha optato per quello di Ailanto (o Albero del Paradiso, una pianta importata dalla Cina nel Seicento), caratterizzato da note fruttate (fichi freschi, uve mature), vegetali (salvia dolce) e tutto sommato ariose. Allo stesso modo, nella bevuta del prodotto, il sorso risulta dolce, ma non stucchevole; e i suoi 9.5 gradi alcolici mai pungenti.
CHRISTMAS e CUBIÀ – Birrificio Opera (Pavia)
Dalla Christmas nasce la Cubià ed ecco la coppia di etichette natalizie formate da Opera. La Christmas è una Italian Grape Ale da 10 gradi (25 le Ibu) preparata con mosto di Moscato (oltre che con aggiunta di zucchero candito) attraverso una fermentazione in due round, con l’inoculo di lieviti belgi (di ascendenza trappista) e di ceppi da whisky. La ricetta genera aromi di uva bianca e note torbate, il tutto amalgamato dalla possente alcolicità. La Cubià è la sua versione maturata (per oltre 9 mesi) in barrique di rovere da vino, passaggio che conferisce profumi di ciliege e frutta rossa passita, unite a note di legno nobile.
FESTASSA – Birrificio Aleghe
Quest’anno la birra di Natale del birrificio piemontese è speziata con cannella , anice stellato e scorza d’arancio amaro.
FICOTTA – I Peuceti (Bitonto, BA)
Con I Peuceti, in Puglia si affrontano i rigori invernali bevendo Ficotta, una Dubbel potenziata con cotto di fichi fornito dall’azienda Donna Francesca (Mariotto, frazione di Bitonto). I gradi alcolici sono 7,2, il colore è ambrato carico, i profumi parlano di malto, uvetta, frutta secca e liquirizia; al palato il corpo è di media robustezza, con finale di ariosa aromaticità.
GAMMA RAY – Manerba Brewery (Manerba del Garda, BS)
A Manerba si festeggia il Natale con una Rye Ipa tutta a stelle e strisce, lavorata anche in dry hopping con luppoli americani della Yakima Valley. La miscela con segale conferisce tostata piccantezza, l’aromatizzazione amplia il ventaglio olfattivo e ne prolunga la persistenza in un retronasale asciutto e balsamico. Il colore è rosso vivo, la gradazione alcolica robustamente attestata a 7,2 gradi: il suo nome è Gamma Ray.
HEMLOCK – Birrificio San Paolo (Torino)
Per Natale, il canone delle Belgian Strong Ale viene rivisitato da San Paolo con tocco tricolore: la ricetta della Hemlock comprende zucchero candito e coriandolo, ma (ecco la variazione sul tema in salsa italica) la consueta buccia d’arancia lascia posto a scorze di chinotto ligure. Una personalizzazione che conferisce al prodotto connotazioni aromatiche tutte sue e una bevibilità davvero pericolosa.
La I Hop(e) is Noel è una Strong Belgian Ale dalle strutture importanti: 9,6 i gradi alcolici, 28 Ibu, 9 luppoli impiegati (europei da un lato e, dall’altro, il … resto del mondo), due fermentazioni separate. Obiettivo: avere una caratterizzazione sensoriale complessa e articolata, oltre gli schemi più convenzionali di una Christmas.
FREE BARABBA – Birrificio di Fiemme
Di colore ambrato, caratterizzata dal malto di segale e coriandolo dall’aroma delicatamente speziato, con note di frutta secca e anice stellato (Alc. 5.8%).
HORA BENEDICTA – Paul-Bricius (Vittoria, RG)
Per letteralmente santificare la Natività, a Vittoria si ripropone la Hora Benedicta, una Abbey Ale (nata nel 2013) che effettivamente si produce in ambito monastico: per l’esattezza in collaborazione con l’omonima associazione Hora Benedicta, che opera all’interno dell’abbazia di San Martino delle Scale, a Monreale (Palermo). Il colore è bruno scuro, l’aroma intenso e vigoroso, grazie all’aggiunta di essenze officinali (genziana, radice di liquirizia e finocchio) coltivate appunto tra le mura della comunità religiosa, i cui contributi odorosi si sommano a quelli apportati dall’intensa cottura dei malti (orzo tostato, cioccolato, foglia di tabacco e miele). In bocca l’ingresso è avvolgente (9 i gradi alcolici) e la prosecuzione morbida, ricca di rilasci olfattivi tra liquirizia e freschi spunti balsamici.
JOLLY – Losa (Cisterna di Latina, LT)
Altra Strong Ale (in questo caso la gradazione tocca quota 7), altra ricetta con forti inclinazioni alle speziature. I laziali di Losa confezionano la loro Jolly con miele urbano, scorza d’arancia dolce, anice stellato e pepe nero. Quel che esce dal ciclo di grassaggio è una robusta Kerst, dai profumo dolci e dalò pallato avvolgente: entrambi i piani sensoriali, peraltro, arricchiti e vivacizzati da più guizzanti note speziate che portano freschezza alla fruizione e facilità alla beva.
KRAMPUS – Birrificio del Ducato
(Roncole Verdi di Busseto, PR)
Questa birra prende il nome dai demoni della tradizione ladina, i Krampus appunto, che secondo la leggenda si aggirerebbero la notte del 5 dicembre fra le vie ed i vicoli dei paesi dell’arco alpino, coperti di pelli di montoni, con corna e zampe di capra, agitando le loro nere catene e terrorizzano gli abitanti dei villaggi. I Krampus sono il preludio all’arrivo di San Nicola (precursore di Babbo Natale) che verrà poi a portare pace e doni alla comunità. In etichetta sono riportati proprio il Krampus e il santo. La birra è ispirata alle Belgian Dark Strong Ale natalizie, ha in totale 9% di alcol in volume e un grado zuccherino di 20° Plato. Di colore bruno con riflessi rossicci, la Krampus viene speziata con anice stellato, chiodi di garofano, noce moscata, pepe nero, pepe lungo e cardamomo. Questa miscela di spezie, armonica e non invadente, dona alla birra un naso complesso, caratterizzato da frutta candita, alcune delle spezie usate che nel complesso, secondo il birraio Giovanni Campari, ricordano un po’ la cola; in bocca risulta calda, avvolgente e molto morbida.
KUKUMERLA – Grado Plato (Chieri, TO)
Possente nella corporatura, oltre che nella taglia alcolica (10 gradi), la Kukumerla è un Barley Wine che spande a piene mani aromi di frutta candita e pesca sciroppata: senza avvalersi di speziatura aggiunte, il profilo che raggiunge a dicembre è merito esclusivo del gioco dei malti e della lunga maturazione compiuta dopo l’imbottigliamento che avviene già in primavera.
LA VERGUENZA XMAS e LA FIGUEIRA – Menaresta (Carate Brianza. MB)
Due le etichette natalizie di casa Menaresta. Partiamo dalla Xmas: una possente Double Ipa nella quale le note dolci del malto e dell’alcol (8 i gradi) bilanciano quelle fresche e affilate dei luppoli (90 le Ibu, profumi diversi ogni anno come diverse le varietà dei coni utilizzate), per un equilibrio – immaginerete – pericolosissimo. Il nome della seconda birra La Figueira deriva da una antica tradizione legata a questa festa: i bambini la notte della vigilia di Santa Lucia lasciavano sul davanzale della finestra un piatto pieno di granaglie che, “magicamente”, alla mattina si tramutavano in fichi secchi e spicchi d’arancio. Con la Figueira il Birrificio Menaresta continua questa usanza tramutando i cereali in una birra da 7,5 gradi alcolici, 16° Plato, ovviamente aromatizzata con scorze d’arancio e fichi, facendo così rivivere la tradizione anche per chi bambino non lo è più.
MALALINGUA e MALANIMA – Retorto (Podenzano, PC)
Con due Barley Wine anche Retorto possiede un equipaggiamento ampiamente in grado di affrontare l’inverno e il Natale. La prima etichetta, Malalingua (12 gradi), presenta colori ramati e intensi profumi di prugna, un palato morbido e ulteriori suggestioni di ciliegia e mandorla. A farle compagnia la Malanima (12,5 gradi), interpretazione in barrique che, grazie alla permanenza per 12 mesi in caratelli da Vin Santo, aggiunge al proprio arsenale sensoriale le supplementari note ossidativo-liquorose tipiche di questo genere di elaborazioni.
MOONRISE – Birrificio Civale (Spinetta Marengo, AL)
Birra in stile Belgian Strong Dark Ale. Dall’elevato tenore alcolico (9%), la Moonrise si presenta di colore ambrato con venature rame, schiuma densa e pannosa. Aroma intenso e armonico di frutta matura, spezie e una decisa nota luppolata. Gusto bido e avvolgente, di tendenza dolce, dove risaltano le sensazioni speziate; il finale con una lieve punta di amaro dona equilibrio e beverinità. L’etichetta è opera dell’artista Bruno Dettoni, che molti amanti del fumetto e non conosceranno, homebrewer e “amico” del birrificio.
NATALE – Birrificio I Due Mastri (Prato)
Una Belgian Strong Ale da 8 gradi alcolici è ciò che, per il brindisi sotto l’abete, propongono i Due Mastri. La birra – di color mogano con schiuma nocciola – propone leggere note di torbato, cuoio e legno, unite al calore etilico e alla morbidezza della vaniglia bourbon. Votata all’equilibrio, richiama le serate festive invernali, quando la compagnia dei propri cari e un buon bicchiere sono tutto quanto si possa desiderare.
NATALE DI M****A – Jungle Juice Beer (Roma)
Anche la beerfirm del talentuso Umberto Calabria (appoggiatosi per la produzione all’appena citato impianto de La Fucina) si cimenta con il tema Christmas Ale, dando sfogo a una ricetta tutta estrosità e impeto sarcastico. Quest’ultima vocazione è evidente nel nome: e ogni aggiunta sarebbe superflua; quando alla genesi del prodotto, si tratta di un mosto con fondamentali da Imperial Stout, ma fermentato con lieviti da Belgian, il tutto aromatizzato con luppoli poliglotti (il francese Strisselspalt e l’americano Willamette), nonché con l’aggiunta – in bollitura – di dolci tipici stagionali di Modica, all’arancia e al cedro canditi. Risultato? Una pinta da 9.5 gradi, ben piantata sul terreno nei suoi spessori corporei, eppure non sciropposa: torrefatta nei lineamenti gustolfattivi e insieme agrumata, con note di chinotto, calotta di panettone, china, rabarbaro, caramello scuro e frutta secca (noce). Morale? Un sorso e (forse) il vostro Natale sarà un po’ meno di m***a …
NATALE E COMETA ROSSA – Orso Verde (Busto Arsizio, VA)
Due le birre proposte da Orso Verde per questo Natale. La Natale è sicuramente la più classica, in linea con le caratteristiche generali dello stile e con le precedenti versioni elaborate dal birrificio nel corso degli anni. Birra ambrata tendente al rosso, di 8,5% di alcol, è caratterizzata dall’uso di miele di melata. Rispetto alle versioni precedenti quest’anno la parte morbida e le sensazioni dovute al miele sono maggiormente percepibili anche per una luppolatura lievemente minore rispetto agli anni passati. Dunque una birra calda e avvolgente, dedicata alle fredde giornate natalizie. La Cometa Rossa è invece una birra particolare, decisamente insolita per la famiglia. Ci racconta Cesare Gualdoni, birraio di Orso Verde, che la birra è quasi uno scherzo nato da un giro nei paesi dell’Est, durante il quale ha partorito l’idea di realizzare una birra di Natale dal nome “Cometa Rossa” (riportato anche in cirillico sull’etichetta) utilizzando un luppolo di quelle zone. Dopo un periodo di ricerca la scelta è caduta sul Serebrianka, un luppolo russo “madre” del Cascade (il “padre” è Fuggle, ma è bene ricordare che le piante usate nel luppolo per la birra sono le femmine). Da qui la decisione di riunire madre e figlio (Natale con i tuoi…) sotto il buon auspicio di una stella cometa (rossa): il risultato è una birra da 8,2%, di colore ambrato scarico con Serebrianka in amaro e Cascade in aroma e dry hopping. Per rendere più dolce questa riunione familiare viene aggiunto dello zucchero candito in bollitura.
NATALE E RE MAGI – Birrificio Beba (Villar Perosa, TO)
Due le birre natalizie a bassa fermentazione prodotte da Beba, birrificio storico nel panorama italiano (stesso anno di fondazione di Baladin e Birrificio Italiano). La Natale è di colore ambrato carico, di 8 gradi, con profumi floreali (rosa e viole) e di frutta rossa. In bocca è molto presente con un corpo pieno, quasi viscoso, e sensazioni dominate dal miele (corbezzolo), pesca sciroppata e nocciola. La Re Magi è invece una bionda, sempre da 8 gradi, di ispirazione più tedesca, con un naso pulito dominato dalla camomilla e un corpo intenso, abboccato, con notevoli sensazioni di warming.
NATALINA – Il Giardino della Birra
Per le feste nevose, anche il Giardino della Birra si munisce di un sorso all’altezza: quello della Natalina, prodotta con malti Chocolate e caramellati, oltre che con miele di castagne. Il risultato titola 6 gradi alcolici e propone aromi caldi, avvolgenti, morbidi.
NAVIDAD – Pausa Cafè (Saluzzo, TO)
Pausa Cafè si occupa da anni di commercio solidale (principalmente caffè e cacao) e sostegno alle comunità indigene produttrici in Messico, Costa Rica e Guatemala. Le birre di questa cooperativa nascono da un altro progetto della stessa, quello di offrire ai detenuti percorsi di reinserimento sociale. In particolare tutte le birre sono realizzate dagli ospiti della casa di detenzione di Saluzzo (spesso poi i progetti si incrociano e ne escono birre prodotte con materie prime da commercio equo solidale provenienti dal Sud del Mondo). In quest’ottica di buone pratiche non poteva mancare una birra che celebrasse “il periodo più buono dell’anno”. Il nome scelto per questa birra è Navidad, improntata allo stile belga e speziata con melograno, cedro, uva sultanina e alcune spezie rare provenienti da Ceylon. Il colore è rosso intenso e, come immaginabile, il naso è lungo e complesso. In bocca la birra risulta calda e avvolgente e le spezie si integrano bene con le sensazioni dei malti. Il valore alcolico in volume è 8%.
NAT – Birradamare (Fiumicino, ROMA)
Al repertorio tedesco – ma rivisitandolo – si rivolge Birradamare: la Nat prodotta dal marchio capitolino è una Doppelbock, color bruno scuro, rifermentata con miele, passaggio che, insieme alle qualità del malto, determina la costruzione olfattiva del prodotto. Morbida e abboccata, mantiene volontariamente tali caratteristiche nell’arco dell’intera bevuta, grazie alla scelta di contenere la luppolatura (26 le Ibu) a fronta anche di un’alcolicità imponente (7,5 la gradazione)
PARNADÀ – Dez e Deb (San Pietro di Cadore, BL)
Parnadà rappresenta, fin dal nome l’omaggio che i veneti di Dez e Deb rivolgono alle feste di fine anno e ai loro riti, anche sociali e alimentari. Stilisticamente una Belgian Strong Pale Ale, la birra fa segnare 7,5 gradi alcolici, si presenta di un caldo colore ambrato e si affida a profumi tipici del periodo: caramello, miele, frutta assai matura e, su tutto, un inconfondibile bouquet speziato. Nonostante le opulenze aromatiche e abboccate, la corsa gustativa è ragionevolmente scorrevole, tanto da rendere il sorso alquanto agile.
RAKU – Birrificio Lariano
Birra prodotta soprattutto in periodo natalizio, grado alcolico 7,5. Al naso si percepisce una leggera affumicatura data dal malto, oltre a sentori di frutta rossa matura e agrumati.
REGULA – Birrificio Karma (Alvignano, CE) e Chimera Pub (Cassino FR)
Una curvatura nettamente ossidativo-liquorosa rappresenta il dna sensoriale della Regula, firmata da Karma e Chimera: la loro Belgian Strong Dark Ale dalle tinte ramato-brune segna 9.5 gradi alcolici, esprimendo profumi di frutta secca, disidratata (albicocca, fichi, uva passa, prugne, datteri) e sotto spirito (ciliegie). Al palato – non così denso come potrebbe lasciarsi aspettare – emergono anche i temi del toffee, del cacao e dello Sherry, prima di un finale secco che invita al riassaggio.
RUSCA – Siebter Himmel (Carnago, VA)
Anche Siebter Himmel, brewpub della provincia varesina, propone una birra natalizia per scaldare il nostro inverno. La Rusca (“pungitopo” in latino, tipica pianta natalizia) si assesta sui 9,5 gradi alcolici (21 Plato) ispirandosi alle Belgian Christmas Ale: il colore è mogano scuro con riflessi porpora, con una schiuma cappuccino densa e compatta. Al naso predominano sentori fruttati (banana), speziati (zenzero), rabarbaro ed erbe officinali. In bocca è morbida e setosa ma allo stesso tempo complessa, etilica, calda e si ritrovano note dolci di miele di castagno che si mescolano agli aromi speziati, alla radice di liquirizia e a un delicato gusto pepato. Finale lungo ed equilibrato.
SAN NICCOLÒ – Birra Amiata (Arcidosso, SI)
Da tempo i fratelli Cerullo hanno cambiato radicalmente l’assetto della loro San Niccolò passando dalla Porter molto speziata delle edizioni precedenti a una Imperial Coffee Stout arricchita da note di terziarizzazione decisamente. Il caffè, estratto a freddo, è aggiunto all’inizio del processo di raffreddamento post fermentazione; e a completamento del processo produttivo, si introducono chips di botti di Jack Daniel’s. La birra finita ha 8.5% in alcol, colore nero impenetrabile ed è imperniata (sia al naso, sia al sorso) attorno a note di caffè, vaniglia, liquirizia, di boisé, di distillato e di leggero affumicato. Il nome deriva dal patrono di Arcidosso, San Niccolò, in altre lingue Sankt Niklaus, amorevolmente accorciato in Santa Klaus, vi dice niente?
SANTA CLAUS – La Gastaldia (Pieve di Soligno, TV)
Santa Claus è la birra di Natale del brew pub La Gastaldia, nato nel 2006 nei locali di un antico monastero benedettino della provincia trevigiana. Ispirata alle strong belgian ale, è speziata con cannella e coriandolo, di colore rosso carico. Al naso risulta leggermente agrumata, con note di frutta secca, prugna e cioccolata. In bocca l’alcol (7%) si percepisce in modo non invadente rendendo la birra abbastanza secca e di facile beva.
SANTU MIALI – Birrificio di Cagliari (Cagliari)
In relativa ottemperanza a ciò che, nell’immaginario collettivo, incarna il prototipo delle natalizie, il Birrificio di Cagliari offre una Belgian Strong Ale, dalla gradazione però alquanto contenuta (6,5% in volume) e dalle luppolature atipiche (Northern Brewer e Simcoe le varietà impiegate, per un totale di 35 Ibu). Il colore è dorato e il nome estremamente evocativo: Santu Miali ovvero San Michele (uno dei quartieri del capoluogo sardo).
SENTITE LIBBERO – Vale la pena (Roma)
Conforme, come sempre, nella scelta dei nomi, a soluzioni verbali dalla forte caratterizzazione ideale, il marchio Vale la pena (di Roma) battezza così, Sentite Libbero, la propria etichetta stagionale: si tratta di una Saison d’Hiver, scura e perentoria anche nelle note vegetali, brassata con cicorie spontanee raccolte dalla condotta Slow Food Raffaele Marchetti (Cori-Giulianello, Latina) e la collaborazione, nella progettazione, di Valter Loverier di Loverbeer (Marentino, Torino). Moderata, peraltro, la gradazione alcolica, fissata a quota 6,1.
STELLA DI NATALE – Birrificio Troll (Vernante, CN)
Anche quest’anno torna la Stella di Natale, il modo in cui al Troll si celebrano le festività Natalizie. Dal colore scuro, con un carattere molto intenso e complesso, questa elegante birra affascina per i suoi profumi, legati alla miscela dei malti, ad una fermentazione spinta e ricca in esteri, ed alla speziatura erbacea. La nota etilica è decisamente importante (10,5%) ma viene in parte mascherata dalla freschezza degli aromi. Come da stile è da bersi nelle fredde e lunghe serate invernali, per godersi il Natale coinvolgendo tutti i sensi. Ottima in abbinamento a cioccolato fondente o dolci al cacao.
STELLA E COMETA – Birrificio Jeb, Trivero (BI)
E’ con due colori che i piemontesi di jeb (alle sale cottura l’infaticabile Chiara Baù) festeggiano idealmente la Natività. Nella loro Stella, Christmas Amber Ale dalle belle luminosità aranciate, abbiamo l’aggiunta di radice di zenzero e baccelli di vaniglia Bourbon del Madagascar: che si tengono per mano e si bilanciano, guidando lo svolgimento aromatico in equilibrio tra terrosità agrumata e dolcezza. Articolata la base dei cereali (malto d’orzo, frumento e segale, più ficchi d’orzo); moderata la gradazione, ancorata ai 5,5 gradi. Voltiamo pagina ed ecco la Cometa, una Christmas Dark Ale: niente spezie qui, ma un tris di sementi (farro, frumento e malto d’orzo, tra cui una percentuale di Roasted), a costruire una bevuta ricca di note calde (con tostature e torrefazioni à gogo: cacao, caffè, biscotto…) a dispetto della bassa taglia etilica, stoppata a 5,4 gradi.
ST.RENNA – Bruton (San Cassiano di Moriano, LU)
Anche quest’anno il lucchese Bruton propone la sua birra natalizia, la St. Renna. Come da tradizione la ricetta si ispira alle Christmas belghe. Di un bel colore ambrato , con schiuma fitta e persistente, presenta un naso caldo e complesso, in cui la speziatura (cannella e buccia d’arancia) non risulta invasiva e lascia spazio a gradevoli sensazioni calde con un finale che ricorda la frutta caramellata (prugna). Il corpo è pieno e rotondo, ma la birra scorre via anche troppo pericolosamente tra note di caramello e polpe sciroppate, con un gradevole finale leggermente vinoso. La gradazione è di 9% alcol in volume.
STRINA e STRINA VECCHIA – Birrificio A Magara (Nocera Terinese, CZ)
Strina – ovvero, nel dialetto locale, strenna (canto benaugurale che, tra Cosentino e Catanzarese, si canta, casa per casa, dalle festività di fine anno a Carnevale) – è il nome scelto per la propria etichetta natalizia dal birrificio A Magara. Ispirata alle Belgian Tripel, ha colori ambrati a tinte chiare e aromi che attingono in prevalenza alle suggestioni dei frutti di bosco; elevata (10 gradi), la taglia etilica è comunque espressa con autocontrollo. Accanto alla versione base, la Strina Vecchia rappresenta quella affinata (e ingentilita) in fusti di Marsala Stravecchio Riserva della cantina siciliana De Bartoli.
TERRA XMAS EDITION – Birra dell’Eremo (Assisi, PG)
E’ un Buon Natale a tinte (festosamente) dark quello che arriva dall’Umbria: a darlo è Birra dell’Eremo con una versione speciale della Oatmeal Stout regolarmente brassata da Enrico Ciani, la Terra, in questo caso battezzata come Xmas Edition ed elaborata come sottostile Oatmeal Chocolate, aggiungendo fave di cacao in aromatizzazione diretta.Stesso il colore (bruno notturno e impenetrabile), stessa la schiuma (densa e beige), stessi i gradi alcolici (5.2) e stessa la corporeità setosa (ah, l’avena), ad ampliarsi sono i contenuti gustolfattivi: tra i quali spicca, con un acuto tenorile, il cacao, perentorio sia al naso sia al palato. Comprimari all’altezza il caffè tostato, la liquirizia, la frutta secca…
TRIPEL NATAL – Birrificio Dada (Correggio, RE)
Anche il giovane e promettente birrificio Dada propone per il 2012 una birra natalizia. Questa la descrizione che ne hanno dato, che riportiamo interamente soprattutto per il fantastico abbinamento finale. “Di color dorato carico, al naso si percepiscono note date dai malti e speziate che ricordano il miele e crosta di pane; il sapore è inizialmente dolce, ricorda la frutta ma chiude secca e abbastanza amara con note di luppolo quasi speziate/pepate, il finale è bello secco e warming. Da abbinare ai parenti per il brindisi di fine anno”.
VACCILENTO – Birrificio del Vesuvio (Torre del Greco, NA)
Un nome, un avvertimento: la VaCCilento – firmata dal Birrificio del Vesuvio insieme a Claudio Angelilli del Birstrò di Pigneto (Roma) – e una Winter Warmer da 8,5 gradi, aromatizzata con cannella indiana, scorze d’arancia amara e fichi bianchi Dop biologici (appunto) del Cilento. Scura e profondamente stagionale, esprime note profonde di cioccolato e di caffè tostato, sentori succosi di fichi, ma anche ma anche tematiche più agili, conferite dalla speziatura.
VENTICINQUE/25 – Piccolo Birrificio Clandestino (Livorno)
Anche la scanzonata e irridente Livorno festeggia – dal punto di birra brassicolo – il Natale in modo convenzionale. E grazie ai fermentatori del Piccolo Birrificio Clandestino (sotto la regia di Pierluigi Chiosi) si getta nelle braccia di una Belgian Strong Ale baldanzosamente maggiorata (ben 11 i gradi alcolici), che unisce pericolosamente, alle proprie torniture e voluttuosità rotonde (caramello, frutta secca e disidratata: datteri in specie), un quid di dolce-acidità grazie al quale, dalla metà in poi della parabola gustativa, la bevuta diventa incredibilmente disinvolta e filante. Merito anche dell’aggiunta di miele di sulla (una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose abbastanza diffusa al Centro Italia), con le sue venature odorose di fiori bianchi, torrone, erba fresca e noci.
Natalizia non convenzionale nelle gradazioni (6.5 è il valore etilico), la Xmas Nightmare di Red Jack Brewing presenta un colore ambrato intenso, con forti note maltate e leggere pennellate da luppolo: se ne consiglia l’assaggio con formaggio, fresco o stagionato.