Birrificio Maltus Faber

Il birrificio Maltus Faber nasce ufficialmente nel giugno 2008 ma la sua storia parte da più lontano, come quella dei due soci che lo guidano: Max Versaci (con l’accento sulla “a”, anche se lui spesso si diverte a spostarlo sulla “e”) e Fausto Marenco. Max è collezionista di lattine di birra (la sua casa è letteralmente un museo, con circa 25.000 esemplari esposti ovunque): la passione lo portò, nel 2005, a fondare la Compagnia della Birra di Genova, di cui fu primo presidente. Sotto la sua guida, e grazie all’appoggio di Kuaska, restano memorabili i tanti viaggi in Belgio e Germania, mete birrarie in cui molti appassionati della prima ora si sono conosciuti o hanno fatto le loro esperienze iniziali. Come collezionista Max non poteva non venire in contatto con Sandro Merlano e l’Associazione della Grande Schiuma di Pasturana, cui consigliò come birraio amatoriale proprio il suo collega alla Centrale del Latte di Genova Fausto.
Non sono stati pochi i problemi per il piccolo birrificio genovese: da un’alluvione che allagò il capanno creando parecchi disagi (oltre che a danni economici) alla fatica di curare la produzione lavorando alla Centrale del Latte. La svolta avviene ad ottobre 2012 quando Fausto diventa birraio a tempo pieno, seguito a breve da Max che a sua volta lascia il posto da dipendente per dedicarsi in toto alle esigenze del birrificio. Il cambio di passo, si avverte decisamente. Aumenta anzitutto la produzione, da 400 a 600 ettolitri annui, e con pochi aggiustamenti si prevedono ulteriori incrementi per l’anno prossimo: “con calma in questo spazio si possono superare i 1.000 ettolitri” spiega Max. L’impianto è finalmente sfruttato e usato con costanza, si è aggiunto un magazzino che ha migliorato l’ambito di manovra e permette di maturare al meglio le bottiglie e i fusti. Fausto sta raggiungendo un bel livello di costanza qualitativa, e se Max riuscirà a frenare le sue capacità commerciali la birra sbarcherà sul mercato in condizioni perfette. Il compromesso pare che Fausto lo stia raggiungendo proprio con l’aumento di produzione, e l’arrivo di due nuovi fermentatori (attesi proprio nei giorni in cui scrivo) va in questa direzione.
Le birre sono cresciute negli anni anche se le ricette di partenza, va detto, erano già decisamente azzeccate. La scelta è stata indubbiamente belgo-centrica, ma ogni prodotto è ben caratterizzato e porta la firma dei due soci. La produzione si divide in varie linee: Birre Bandiera (o birre base, sempre disponibili), Birre Speciali (più alte di gradazione alcolica), Birre da Meditazione e Birre Stagionali od Occasionali. Sono la Bianca (4.7%), interpretazione di una blanche da cui si discosta per la morbidezza data dall’avena, che accompagna le sensazioni tattili del frumento con una bella secchezza; l’Amber Ale (5.2%), d’ispirazione americana, con una generosa luppolatura ben supportata dal corpo medio e da un amaro deciso sul finale che ne esaltano la beverinità; si torna in Belgio con la Blonde (5.5%), con l’Ambrata (7%) caratterizzata dai malti tostati, dalle note fruttate e da un piacevole equilibrio, e ci si resta con la Brune (8%) e la Extra Brune (10%), due notevoli interpretazioni di belgian dark strong ale dal perfetto lavoro dei lieviti, la prima più secca con note di cacao fondente, la seconda più calda dalle sensazioni di frutta sotto spirito decisamente accattivanti. Ci sono poi la Triple (8%), una bella interpretazione dell’omonimo stile, e l’Imperial (7.8%), che guarda invece al mondo anglosassone con una personale interpretazione di Imperial Russian Stout. Le tre stagionali sono la Birra di Natale (8%), la Blonde Hop (5.5%) e la Triple Hop (8%). Infine le due “barricate”, sempre della linea da Meditazione, la Extra Brune Barricata (10%) affinata in una botte di Barbera di Bricco dell’Uccellone e la Imperial Barricata (7.8%), con passaggio in botte usata per il Brunello di Montalcino di Talenti. In generale delle birre non colpisce la fantasia nella scelta dei nomi, e forse neppure la grafica delle etichette (decisamente meno comunicative della capacità dei due soci di raccontarle), ma la cura e la piacevolezza con cui sono state pensate e realizzate.
Informazioni
Anno di inizio produzione con impianto di proprietà: 2008
Capacità produttiva impianto (hl a cotta): 20
Capacità cantina (hl): 130
Produzione annua stimata nel 2018 (hl): 1300
Nome e cognome soci: Fausto Marenco e Massimo Versaci
Nome e cognome birrai: Fusto Marenco – Luca Molaschi – Stefano Diamante
Locale di mescita: La Coccagna – Vico di Coccagna 17 R – Genova
Contatti
Maltus Faber
Via Fegino, 3G
16161 Genova (GE)
340 123 00 69
maltusfaber.com
info@maltusfaber.com