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Stili da riscoprire. Germania: Danzig Black Beer

In un recente post di approfondimento sugli antichi stili brassicoli olandesi, abbiamo menzionato le Jopen Bier, presentando tale definizione come applicata, nella pratica, a un alquanto ampio perimetro di prodotti (Netherland o Batavian Jopen), accomunati da gradazioni alcoliche piuttosto consistenti. Ebbene, tutt’altra cosa (malgrado la lievissima differenza di grafia) furono le Joppenbier: genere birrario decisamente più preciso nella propria identità, conosciuto in Gran Bretagna fin dal XVI secolo anche con le classificazioni alternative di Spruce Bier, Black Bier e Danzig Bier.

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Si trattava, infatti, di una tipologia di ascendenza prussiana, sbarcata nella terra d’Albione attraverso flussi mercantili provenienti, via nave, dal porto di Danzica. E se il riferimento alla città baltica rende conto, in modo evidente, della designazione di carattere toponomastico, abbastanza chiara sembra anche l’origine degli altri tre nomi d’arte. Il primo, contenente il termine spruce, traduceva – su basi di semplice assonanza – il tedesco Sprossen, abete (da cui il derivante Sprossen-bier), appellativo motivato dall’utilizzo, in cottura, di germogli di abete (bianco o rosso); una pianta che – a quanto pare – proprio mediante questa strada indiretta, avrebbe poi preso, in inglese, la già citata traduzione di spruce. Quanto alla codifica di Black Bier, si riferisce ovviamente al colore: intensamente scuro; mentre l’espressione Joppenbier, si ritiene dovuta alla voce Jopen, designante il largo boccale dal quale questa birra veniva solitamente sorseggiata.

Di essa, vediamo dunque gli aspetti fondamentali. Il mosto (non meglio identificati i cereali costituenti) veniva bollito a lungo, molto a lungo: fino a 10 ore e – secondo alcune fonti – addirittura fino a venti. Ne derivava una massa liquida di un bruno bruciato (praticamente nero) ed estremamente densa (la OG poteva raggiungere quota 1260), il cui patrimonio zuccherino, birrificato all’interno di tini lignei aperti, veniva metabolizzato da muffe e poi da altri ceppi di batteri e lieviti; esprimendo gradazioni alcoliche oscillanti dal 2 al 7 per cento e conservando una discreta quantità di dolcezza residua: tanta da rendere consigliabile una equilibrante aggiunta finale di un decotto ottenuto da germogli o coni d’abete.

Approdata come detto sui mercati del Regno Unito nel Cinquecento, la Jopen Bier o Spruce (aggettivo, quest’ultimo, che venne a intendere, genericamente, tutto quanto fosse riferibile alla Prussia) o Danzig Black Beer (locuzione destinata a divenire via via prevalente sulle altre varianti), avrebbe acquisito crescente popolarità. A tal punto che, dopo una lunga fase di aumento delle importazioni dal nordest della Germania, alcuni produttori inglesi, soprattutto a settentrione, ne iniziarono, nell’Ottocento la preparazione in proprio, avviando un’esperienza il cui esaurimento non si sarebbe verificato se non in corrispondenza degli ultimi anni Sessanta del Novecento.