Nuove birre in arrivo da Barley, Ducato, Opperbacco, Brewdog e altri
Rispettando un appuntamento ormai abituale, eccoci alla nostra rubrica periodica di segnalazioni dedicata alle nuove birre ai blocchi di partenza o di recente lancio sulla scena nazionale e internazionale.
Partiamo dal sud e precisamente dalla Sardegna, dove registriamo due interessanti novità: la BB Anniversario, nuova Italian Grape Ale targata Barley, con sapa di uve autoctoni Nasco su base Scotch Ale, che già da un assaggio in anteprima promette di festeggiare i dieci anni del birrificio cagliaritano nel migliore dei modi; e la Malacoda, belgian strong ale del birrificio Mezzavia, birra ricca con i suoi profumi speziati e fruttati ma pericolosa per l’abilità nel celare la gradazione alcolica (7,5%).
Fermento anche in Emilia Romagna, dove non pare placarsi la creatività di Giovanni Campari del Birrificio del Ducato. Attenzione dunque alla Settembre (7% vol.), italian grape ale (sour) fermentata trenta giorni su bucce di uva Malvasia di Candia Aromatica e imbottigliata dopo cinque mesi di maturazione in acciaio; Entreneuse (9,4% vol.), tripel invecchiata un anno in botti di Brunello di Montalcino in presenza di brettanomyces; e alla White Riot (4% vol.), blanche agli agrumi con polpa di pompelmo, arancia e scorza di limone, alla quale si aggiunge una leggera tipica speziatura data da coriandolo e dal lavoro del lievito.
Non mancano le novità in Abruzzo dove Luigi Recchiuti di Opperbacco sforna tre nuove etichette: la Hopnotic, american pale lager di 5,1° alc. prodotta con un solo luppolo (per la prima cotta è stato usato il citra); la This is my pils, classica pilsner che segna 5,1 come gradazione alcolica; e la Mo’ Better Beer (5,4% vol.), definita “energy beer”, si tratta di una birra chiara mediamente luppolata con aggiunta di caffè, caffeina, taurina, guaranà e bacche di goji. La nuova creazione di Jurij Ferri di Almond ‘22 si chiama invece Re Martello, così come la contrada di cui fa parte il birrificio: una hoppy lager di ben 60 IBU, con luppoli che provengono da diversi continenti messi in risalto dalla bassa fermentazione.
Riccardo Franzosi con il suo Birrificio Montegioco si è da poco cimentato in una dunkelweizen dalla sostenuta alcolicità (6,6% vol.), predominata da forti aromi di frutta matura (banana, pesca), di spezie (chiodo di garofano e noce moscata) e di caramello, chiamata Dunkelrat. Restiamo in provincia di Alessandria e andiamo a casa Civale, dove è da poco uscita la Visium, tripel che prevede in ricetta l’utilizzo di malto d’orzo, frumento e avena, oltre che un lievito caratterizzante e coriandolo (8,5% alc.).
Superiamo i confini italiani e voliamo in USA dove un marchio di primo pianto come Dogfish Head tiene a battesimo la fantasiosa SeaQuenchAle, etichetta d’ispirazione peraltro tutta tedesca, trattandosi di un blend di tre tipologie tradizionali della Germania: una Kölsch, una Gose (sebbene aromatizzata anche con Black Lime) e una Berliner weisse (per quanto, a sua volta, addizionata con succo di lime a integrare la massa degli zuccheri fermentabili). Al tirare delle somme, il tasso etilico è comunque basso: 4.9% vol.. Intenta a cimentarsi con la Gose troviamo, poi, ma nel Michigan e seguendo una ricetta ortodossa, la ciurma di Founders: l’esecuzione si attiene a uno spartito con 50% di frumento maltato, coriandolo e sale marino. Fresca, dissetante e affilata al punto giusto. Trasferiamoci ora a Sudovest in California dove The Bruery (Placentia) ha da qualche tempo dato vita a uno spin-off dedicato alle lavorazioni wild e acide in genere. Si chiama Terreux e dal catalogo estraiamo due referenze rampanti: la Frambolous (Sour Ale affinata in legno e poi arricchita con lamponi, per un alcolicità del 5.3% vol.); e la Apricot, etichetta della serie Frucht (la base è quella di una Berliner Weisse fermentata in botti), nella fattispecie con aggiunta di albicocche (alcol 4,4% vol.).
Concludiamo con gli immancabili scozzesi di Brewdog, che nel varare tutta una serie di incarnazioni della loro ormai classica Jack Hammer, ne propongono un’ulteriore interpretazione, questa volta in stile Black Ipa, con il nome di Black Hammer. La carte d’identità recita: tenore alcolico 7.2% vol.; malti Pale e torrefatti vari; luppoli delle specie Amarillo, Centennial, Citra, Columbus e Simcoe; gradi Ibu oltre 200.