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Flower power: negli USA spopola la birra con i fiori

flowers-mainFlowers are the new hops. O, forse meglio, in forma interrogativa: flowers are the new hops? In ogni caso, che lo si affermi o che ce lo si chieda, il tema c’è. Nel senso che – pur ben lungi dal poter solo pensare non diciamo di minacciare il luppolo, ma anche semplicemente di competere con esso – i fiori, come ingrediente della birra, stanno attraendo in modo crescente l’attenzione dei birrai artigianali. Non di birrai qualsiasi, ma di quelli americani; quelli, insomma, del Paese leader del movimento craft globale e leader nel dettare i trend dominanti.

Il fatto è rilevante, insomma. E il perché è presto detto. Al di qua dell’Atlantico, e specie in Italia, l’uso di petali profumati non è un inedito: da tempo circolano sul mercato del Vecchio Continente etichette come le belghe Bloemenbier e Saison Cazeau Saison Cazeau, quest’ultima al sambuco; mentre da noi hanno fatto in qualche modo scuola esperienze quali quella del Birrificio Italiano con la Fleurette, del Civale con la Monflowers, di Maiella con la Novi Luna (alla camomilla e lavanda) e di MC 77 con la Fleur Sofronia all’ibisco. Ma tale casistica, in virtù delle dinamiche vigenti in Europa in ordine alla diffusione delle tendenze, è finora rimasta confinata in una dimensione marginale. Qualora invece un floral brewing dovesse affermarsi solidamente negli Usa, la capacità virale di generare fenomeni emulatori tipica degli States potrebbe davvero innescare un fenomeno strutturale.

Magari non siamo di fronte alla nascita di una vera e propria linea di condotta birraria; certamente, però, sotto la bandiera a stelle e strisce, i sostenitori del flower power sono diversi: eccone una carrellata di… assaggi. C’è ad esempio la Fonta Flora Brewery (Morganton, North Carolina), che nel proprio catalogo ha la Brutus Tart, Saison con dente di leone (radici, steli, foglie e petali). Oppure la Marz Community Brewing (Chicago, Illinois), con la Jungle Boogie, al tè ottenuto con foglie di roiboos (un legume sudafricano). Poi Wicked Weed (Asheville, North Carolina) con la Fille de Ferme (Brett Saison alla lonicera); Tired Hands (Ardmore, Pennsylvania), con la Rosé, una Ipa all’ibisco; Boulevard Brewing (Kansas City, Missouri), con la Hibiscus Gose (nomen omen); Carton (Atlantic Highlands, New Jersey) con la Eden, Saison al gelsomino. E ancora Forbidden Root (Chicago, Illinois) con la Heavy Petal, una Stout alla magnolia; Fort George (Astoria, Oregon) con la Quick Wit, una Blanche al sambuco; Jack’s Abby (Framingham, Massachusetts) con la Leisure Time, una Lager alla camomilla; Propolis (Port Townsend, Washington) con la Beltane, di nuovo una Brett Saison, ma stavolta al sambuco.