De Molen sbarca in Italia ed è collaboration brew: M.I.L.D., Beautiful & Strange e Vliegende Verdi
Prendi una settimana di vacanza a cavallo fra Emilia e Lombardia, cinque personaggi come Menno Oliver e John Brus di De Molen, Pietro Pilato di Brewfist, Bruno Carilli di Toccalmatto e Giovanni Campari del Birrificio del Ducato, mettili a chiacchiera attorno a un tavolo, agita bene e.. voilà, non una ma ben quattro birre sono servite! L’antefatto. I nostri si incontrano non molto tempo fa in occasione di un evento, stuzzica l’idea di convogliare spunti ed esperienze nel fermentatore e scatta l’invito a un viaggetto in Italia per dar forma al progetto. Detto fatto. Menno e John arrivano a inizio marzo, appuntamento al Brewfist di Codogno dove l’inedita squadra mette a punto la ricetta nel frattempo imbastita per sommi capi via mail. La scelta è caduta su di una Imperial Mild, la M.I.L.D. (acronimo di Mild I’d Like to Drink, come spiega l’etichetta che strizza l’occhio ad un altro “acronimo” ispiratore del nome…), tenore alcolico di 7% e personalizzazione con un generoso utilizzo di luppoli americani Chinook, Galaxy e Mosaic. Tremila i litri prodotti fra bottiglie e KeyKeg per una birra uscita proprio in questi giorni che rischia – purtroppo – di rimanere a ristretto godimento di pochi fortunati: la formula, anche per motivi commerciali e distributivi dei singoli birrifici, è infatti quella della one shot, e la curiosità che si è sparsa rapida come la notizia l’ha già resa praticamente sold out. Occorrerà insomma aspettare al prossima reunion birraria, almeno per la versione a otto mani.
La permanenza dei ragazzi di De Molenè stata decisamente prolifica, e ciascuna visita ai tre birrifici nostrani fatta in quei giorni ha lasciato in eredità una nuova collaboration. Con Pietro è nata la Beautiful & Strange, una Gose fresca e beverina – come dev’essere – non eccessiva sulla parte sapida e aromatizzata con scorze di arancia amara e bergamotto aggiunte a fine bollitura. Anche in questo caso 3000 i litri prodotti, ma con tutte le intenzioni di replicare in futuro le cotte. La seconda tappa del viaggio ha portato Menno e John in quel di Fidenza, a casa Toccalmatto. La sfida lanciata è stata quella di un prodotto che si discostasse dal marchio di fabbrica che oggi caratterizza la produzione di De Molen, fatta principalmente di birre “importanti”, a volte estreme, sia dal punto di vista organolettico che alcolico: non una novità in senso assoluto, ma più un ritorno alle origini del birrificio olandese. E’ così nata una pale ale – ancora senza nome, sui 4,3%, fresca e leggera, poco spinta sulla parte amara e con utilizzo di luppoli – Liberty, Cristal ed Eldorado – che le hanno dato un timbro agrumato e balsamico. Ancora un paio di settimane e i 1700 litri di questa “numero zero” saranno finalmente commercializzati, in fusto, per sondare la risposta del mercato ed eventualmente decidere per una replica, se non addirittura per l’entrata fissa nelle linee dei due birrifici. L’ultimo pit stop birrario ha infine avuto luogo a Roncole di Busseto. Con Giovanni Campari è stata messa a punto – e soprattutto messa in produzione – la ricetta della Vliegende Verdi (in olandese “Verdi Volante”), Imperial Stout da 10,5% aromatizzata in piena tradizione Verdi (l’Imperial stout del Ducato) con un tocco di peperoncino.
Quando si dice una vacanza di relax…
We’ve arvried at the end of the line and I have what I need!