Vapori di birra: in Toscana il primo birrificio ad energia geotermica
Il rapporto fra birra è territorio è argomento assai attuale e ricco di esempi, e il tentativo di raccontare nel fermentatore le peculiarità di una determinata area geografica ha fino ad oggi trovato sfogo attraverso l’utilizzo di uno o più prodotti tipici, fossero essi fiori, frutti, o radici. Bene, nel novero delle “birre territoriali” potrebbe essere a brevissimo ascritta anche una originale e quantomai unica new entry: si chiama Vapori di Birra, ha sede a Sasso Pisano, piccola frazione del comune di Castelnuovo Val di Cecina (siamo in provincia di Pisa) e sarà il primo birrificio in Italia a sfruttare l’energia geotermica per alimentare il processo produttivo. Cosa centra il link con il territorio? La sede del birrificio, che aprirà i battenti mercoledì 16 aprile, si trova nel Parco delle Fumarole, area interessata da innumerevoli fenomeni geotermici che presenta un paesaggio brullo dove la vegetazione ha ceduto il passo a getti di vapore, pozze gorgoglianti e sorgenti d’acqua caldissima. I getti di vapore sono insomma una delle peculiarità di quest’angolo di Toscana, quella Valle del Diavolo così chiamata da sempre proprio per la presenza di soffioni boraciferi, già famosi all’epoca Dante Alighieri che ad essi pare addirittura si ispirò per descrivere l’Inferno della sua Divina Commedia.
Un legame forte, nato, come rivela il padre di questo bel progetto ecosostenibile, Edo Volpi, dall’idea di imbrigliare il vapore che esce dalle profondità della terra e utilizzarlo anche nella vita quotidiana, ad esempio per fare la birra. Siamo i primi a utilizzare il vapore geotermico per il processo industriale brassicolo, nel rispetto dell’ambiente e con la consapevolezza che il sentimento ecologico è un valore da proteggere. Nella produzione non impieghiamo gas o elettricità, ma solo l’energia del vapore, che utilizziamo anche nei processi di igenizzazione. Solo per la refrigerazione per il momento abbiamo dovuto accantonare i sistemi che sfruttano il vapore perché avrebbe significato un investimento al di fuori della nostra portata.
Geyser, Solfurea e Magma i nomi – rigorosamente a tema – scelti per le prime tre creazioni del birrificio, una produzione tutta al femminile di cui si occupano Chiara e Luciana Volpi assieme a Liliana Grazzini. Il birrificio, con impianto da 500 litri per cotta e tre serbatoi di fermentazione e maturazione per un totale di mille ettolitri, sarà anche brewpub. Bottiglie 33 e 50 centilitri e fusti da trenta litri i formati prodotti.
Ma se i fluidi geotermici contengono veleni e acidi di ogni tipo, come può essere utilizzato a fini alimentari il vapore geotermico? Mi auguro solo per sterilizzare dall’esterno i contenitori…