Birra e bicchieri: il Gose Glas

Premettendo che questa libera interpretazione dei dati di fatto può essere opinabile, ma anche contenere elementi di serio interesse, in ordine ad esempio, ai costumi di fruizione brassicola, nell’accingerci a trattare – in questa nostra galleria di bicchieri da birra – il tema specifico del modello usualmente legato alla Gose, era impossibile ci sfuggisse un’evidenza estetico-morfologica lampante.

Ovvero che, lungo l’ideale direttrice est-ovest congiungente Berlino all’area Colonia-Düsseldorf toccando Goslar, la geometria del bicchiere tradizionalmente associato alla tipologia tipica locale non cambia poi di molto: lasciando, in sostanza, invariata la forma di base, un cilindro, salvo apportare modifiche, magari significative, alle proporzioni o ad eventuali particolari di carattere accessorio. Insomma, la conclusione è che, forse, il disegno di cui si parla può rappresentare, di per sé, un elemento ricorrente, dunque identitario, nei protocolli di servizio e di consumo delle specialità birrarie in questione.

Quali i discostamenti che si registrano nella grafica? Ecco qua: basso, largo e capiente (da 35 a 58 centilitri circa) il tub da Berliner Weisse, dotato di una base rinforzata e leggermente sporgente rispetto al fusto; piccolo, nella sezione così come nelle proporzioni (20 cl, inderogabilmente), lo stange da Kölsch e da Altbier (più slanciato nella prima variante, più compatto e tarchiato nella seconda); a sua volta diverso il Gose Glas: di ampia capacità (si oscilla tra 40 e 65 centilitri), dotato da un lato di dilatazione basale (come il Berliner) ma, dall’altro, di una sagoma di tendenza slanciata (circa 20 centimetri l’altezza), similmente allo standard di Colonia. La morale? Una possibile. Cilindrico: il bicchiere per bere le birre… da bere (a sorsate generose). Ovvero: minor attenzione alle ragioni dell’analisi organolettica e maggiore a quelle del consumo; veloce.