Birra e bicchieri: il Berliner Weisse
E’ vero, le Berliner Weisse sono servite spesso anche in altri tipi di bicchiere: in primis le coppe a stelo breve e ventre corto (l’ideale sfera da cui quel ventre viene ricavato è come tagliata orizzontalmente ben al di sotto della propria circonferenza massima).
Vuoi mettere però l’effetto scenografico della mescita di una Bianca Berlinese nel cosiddetto tub? Sì, il bicchiere cilindrico dalla base robusta, massiccia, dalle pareti a loro volta spesse e dal fusto poco slanciato: anzi, a dirla tutta, decisamente tracagnotto.
Eppure, non brillerà di bellezza aristocratica, ma irradia un fascino calamitante, tanto che il Birrificio Italiano lo ha voluto associare a una delle sue etichette (la VùDù), sebbene non si tratti di una Berliner ma di una Dunkelweizen. Detto del suo charme curioso, vediamo quali sono le origini ipotizzate del nostro tub. Il nome, anzitutto, sembra derivare (per contrazione) dal tumbler, e la sua linea di discendenza risulterebbe quella che abbraccia tutta l’ampia famiglia dei bicchieri senza piede. Si tratta, come abbiamo visto, di una parentela estremamente ramificata, capace, data l’incredibile praticità della forma-base, di dar vita a un articolato ventaglio di derivazioni. Una di esse è quella che va incontro alle esigenze dettate dalla consuetudine, affermatasi stabilmente nell’arco del tempo, di preparare dei cocktail; o, più in generale, di mischiare all’interno del bicchiere stesso due liquidi, se non di sciogliere, appunto in un liquido, una sostanza solida (o comunque di diverso peso specifico).
Ecco, ad esempio è lungo questa direttrice che si arriverebbe al rocks glass ovvero quel tumbler, particolarmente basso e tarchiato, utilizzato per servire alcolici con cubetti di ghiaccio (on the rocks, come si dice). Nel suo caso la base diventa decisamente spessa proprio per sostenere i colpi con i quali, impugnando un pestello, si può ridurre il ghiaccio in frammenti prima di mescere il drink; eppure è evidente come una simile peculiarità morfologica risulti utile in qualsiasi caso si debba far mulinare, tra le pareti di quel vetro, se non un pestello, anche semplicemente una paletta. Per che cosa? Magari per mixare una base alcolica e un variegatura aromatizzante, quale può essere uno sciroppo alla frutta. Ricorda niente? La Berliner Weisse non viene sorseggiata spesso con aggiunte di sciroppo di lamponi o di stellina di bosco? Ma sì, dal rocks glass il passo è breve, un baleno e si arriva al Beliner Weisse Tub!