Rinunciano alla consuetudine del nome d’arte, i ragazzi di Ritual Lab, optando invece, nel caso di specie, per un battesimo di stretto calco stilistico. Giovanni Faenza, birraio attento al particolare, ne plasma la personalità conferendo, in luppolatura, gettate australiane di Enigma e Vic Secret, i cui apporti s’impostano sulla base di un grist bill tendente, in ammostamento, a produrre tonalità chiare. E infatti dorata (di gradazione piena) è la luminosità che si rivela alla mescita, appena attenuata da lievi sospensioni e abbellita dalla corona di fitta schiuma bianca. Ma soprattutto è evidente la volontà di favorire, con l’opzione dei malti a bassa cottura, l’espressione e la percezione dei profumi veicolati dallo hopping process: profumi prevalentemente fruttato-esotici (melone bianco, uva spina) e floreali (achillea, tiglio), fiancheggiati da note agrumate (lime) e resinose (di timbro boschivo). Interessante anche al sorseggio, il bicchiere (che in alcol registra il valore di 6.5 punti percentuali si fa apprezzare in specie per la gestione delle fasi di passaggio tra l’avvio più morbido e la successiva progressione amaricante, sospinta da un incedere già snello a centro corsa e poi asciutto nel finale, senza mai scivolare in eccessiva secchezza. Trendy e godibile.
Pacific Ipa di Ritual Lab
Nazione: Italia
Fermentazione: alta
Stile: Pacific Ipa
Colore: dorato
Gradi alcolici: 6.5% vol.
Bicchiere: pinta
Servizio: 8-10 °C