La birra alla castagna: un nuovo stile italiano?

La presenza sulle nostre tavole del frutto autunnale per eccellenza, la castagna, ci spinge a parlare di quello che in molti non esitano a definire un vero e proprio stile: la birra alla castagna. Ma in realtà si può effettivamente parlare di una tipologia birraria? La domanda nasce spontanea nel momento in cui il numero delle birre artigianali italiane continua a crescere e anche all’estero gli esperti cominciano a pronunciare l’espressione italian style riferito al fenomeno “birra di castagne” (si rimanda qui per una breve cronistoria del fenomeno).

Il dato da cui parte la riflessione è dunque il numero, considerevole, di birre artigianali prodotte con l’aggiunta del frutto in ammostamento, ovvero di birre dove la castagna cede amido e quindi zuccheri utili per la successiva fermentazione alcolica (altrimenti è più esatto parlare di aromatizzazione come per le birre al miele di castagno). Molti sono i birrai, si veda elenco in fondo, che hanno deciso di calare la castagna nel tino compiendo un gesto che sicuramente ancora la birra al territorio, creando così una caratterizzazione che si inserisce nel filone del prodotto tipico e locale. Ovviamente la quasi totalità dei birrifici si trova in contesti montani o comunque nelle vicinanze di zone dove la castagna è regina, come a Granaglione nell’appennino emiliano dove sorge Beltaine, oppure Arcidosso nel grossetano dove la locale castagna Bastarda è stata resa famosa dal birrificio Amiata, o ancora Vernante (Cuneo) dove il birrificio Troll prepara la sua ottima Palanfrina con le castagne del monregalese. I prodotti quindi ci sono, anche di elevata qualità, così come i consumatori, sempre interessati ad una birra che suscita interesse e consensi, soprattutto ai meno esperti, forse per via della piacevolezza del frutto o vuoi per un appeal territoriale, per quel sapore di “tipico” che inevitabilmente attira.

Ma allora si può parlare di stile? I dubbi nascono quando si tenta di classificare il prodotto, ovvero di descriverlo anche soltanto in termini generali. Le differenze tra le varie birre alla castagna sono enormi,  si parte da come la castagna entra in produzione, tritata o in farina, affumicata o essiccata, oppure in che momento della produzione viene inserita, e soprattutto quale ricetta il birraio ha creato per la sua birra alle castagne. Le differenze possono essere abissali: birre a bassa fermentazione o ad alta, birre che valorizzano il frutto o birre dove invece le note tipiche sono ben integrate, e ancora birre facili, dalla buona beva o birre complesse da sorseggiare più lentamente. Il panorama è ampio e quando andiamo a comprare una birra alla castagna sconosciuta, l’unica certezza che ci rimane è quella di stappare un prodotto realizzato con il frutto novembrino.

Nonostante però queste perplessità il fenomeno birra artigianale alle castagne continua a suscitare interesse tra il pubblico e i media e, vista la difficoltà ad imbrigliare la tipologia in un disciplinare, forse  occorrerebbe definire i quantitativi minimi o quantomeno far chiarezza tra la birra alla castagna, con il frutto apportatore di zuccheri, da una semplice birra aromatizzata, o perché no, trovare un nome di maggiore effetto ed eco mediatico (si veda a proposito il post di Cronache di Birra).


Le birre alle castagne degustate: