Hall of Fame. Capitolo XXXI. Anchor Old Foghorn American Barleywine
Come più volte già accaduto in riferimento alle origini di altre tipologie tipicamente statunitensi, anche la ricostruzione di quella che è stata l’alba degli American Barleywines ci conduce a bussare idealmente alle porte della Anchor Brewing Company di San Francisco (marchio recentemente rilevato dal colosso giapponese Sapporo); e ad eleggere nella nostra Hall of Fame un’etichetta ben nota come la Old Foghorn. Brassata per la prima volta nel 1975 e tenuta al battesimo in bottiglia l’anno dopo, rappresenta l’incarnazione dell’idea fondativa del genere di cui è apripista: flettere il profilo sensoriale dell’English Barleywine secondo un profilo disegnato dalle peculiarità gustolfattive apportate dai luppoli a stelle e strisce (in aroma quanto in amaro). La ricetta prevede così l’impiego di una miscela di puro malto d’orzo (Pale e Caramel); l’utilizzo del solo first wort ovvero la prima acqua di scorrimento (senza lavaggio delle trebbie) al termine dell’ammostamento, la frazione liquida più ricca di zuccheri e sostanze utili alla birrificazione; l’impiego monovarietale di Cascade in bollitura e in dry-hopping. Una connotazione condensata nel nome d’arte d’ispirazione prettamente marinaresca: il foghorn è la sirena da nebbia in uso nei porti a fini di sicurezza.
Da quel punto di partenza, la strada del Vino d’orzo a stelle e strisce è stata battuta da numerosi altri marchi degli Usa. Tra essi, sempre in California, quello di Sierra Nevada (a Chico) con una referenza lanciata nel 1983 e divenuta altrettanto popolare come la Big Foot: a proposito della quale, tra l’altro, merita citarsi un aneddoto esemplare rispetto a quanto il genere brassicolo di cui parliamo oggi differisca dal paradigma storico degli antenati britannici.
Si racconta infatti che, inviatane una campionatura allo staff di un laboratorio d’analisi, i suoi addetti si siano sentiti in dovere di contattare Chico onde avvertire come, a loro parere, quel Barleywine fosse troppo amaro. Ebbene, la risposta da parte di Sierra Nevada sarebbe stata un assai indicativo, quanto spiazzante: Grazie mille! Oggi, attenendosi agli standard delle Styles Guidelines del Bjcp, questa tipologia birraria può presentare colori ambrati da chiari a ramati intenso; profumi intensamente maltati e luppolati insieme; gusto vigoroso, etilico (8-12 la gradazione) e bilanciato, ma orientato senza reticenze alla bitterness, con un range d’oscillazione, per le Ibu tra 50 e 100.