Cheetah del birrificio La Fucina
Verace e unghiosa, la Italian Grape Ale che – a Pescolanciano (Isernia) – il marchio La Fucina battezza con il nome di Cheetah, plasmandone il profilo sensoriale attraverso un procedimento alquanto articolato. Il progetto è, per sommi capi, quello che di seguito sintetizziamo. Un mosto di Sangiovese toscano vinificato in rosato (il Rosantico del Podere di Pomaio, nell’Aretino) si aggiunge, in quota del 25%, alla miscela brassicola precedentemente preparata e destinata, insieme al proprio compagno di viaggio, a consegnarsi alle vigorie fermentative di un lievito Saison.
Ultimata la conversione in birra, si passa alla fase affinativa: prima uno stazionamento di 2 anni in legno; quindi l’abbraccio con un clone (o meglio uno spin-off) della Cheetah stessa, ovvero la versione Real, trattata in tino con inoculo supplementare di Brettanomices Bruxellensis, per poi evolvere lungo un arco di 12 mesi in fusti provenienti da utilizzo enologico, in particolare sulla Tintilia, vino (e omonimo vitigno) tra i fiori all’occhiello della viticoltura molisana.
A valle del lungo percorso gestazionale abbiamo una mescita color oro carico, dalle diffuse velature, orlata da una sottile ed esile schiuma bianca, facile a dissolversi; i cui profumi, inquadrati in un’ammiccante cornice Farmhouse (muffiture, affilatezze lattiche e acetiche), esplorano territori vari e diversi: frutti di bosco, speziature (vaniglia, fenoli), temi legnosi (corteccia). Il bocca, poi, il sorso è manovriero (leggero il corpo, 5 i gradi alcolici, tenue la carbonazione) e imperniato attorno a una vibrante dorsale acida, irrobustita peraltro da dosate bordature tanniche. Lunga anche la persistenza, che prolunga la vita del sorso oltre la soglia della deglutizione. Bevuta di non facile approccio, ma divertente e versatile.
Cheetah del birrificio La Fucina
Nazione: Italia
Fermentazione: alta
Stile: Italian Grape Ale
Colore: dorato
Gradi alcolici: 5% vol.
Bicchiere: Calice a chiudere
Servizio: 11-12 °C