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Agricoltura e birra: un legame da sviluppare attraverso la filiera

Ad inizio febbraio il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, durante un tavolo di confronto sui fondi destinati al settore brassicolo dalla legge di bilancio ha sottolineato come gli sforzi del Ministero saranno volti principalmente al sostegno alla produzione di orzo e luppolo.

Per raggiungere lo scopo verrano sfruttati i contratti di filiera agganciati alla valorizzazione della trasformazione e della promozione del prodotto, nell’ottica di strutturare e fare crescere in autonomia il settore. Contemporaneamente dal tavolo è emersa la necessità di sviluppare la ricerca proprio nell’ambito agricolo relativo alla produzione brassicola, come l’individuazione dei varietali e tecnologie più adatte, la sostenibilità e la circolarità.

All’interno di questa connessione tra terra e birra sono numerosi i progetti attivi sul territorio, molti dei quali occupano più soggetti, spesso attuando quei concetti di filiera e innovazione sottolineati dal sottosegretario L’Abbate. Ne presentiamo alcuni tra i più recenti.

Cominciamo con Beerlife, progetto elaborato in collaborazione tra il birrificio agricolo Cascina Motta (Sale, AL), Tecnofood (associazione che riunisce gli studenti e i laureati nelle Scienze e nelle Tecnologie alimentari dell’Università di Torino) e Accademia Italiana della Birra. Beerlife sfrutta la tecnologia QRcode e permette di accedere a tutte le informazioni relative al lotto di produzione della birra che si sta consumando. Il numero di informazioni è altissimo e potenzialmente ancora espandibile, grazie alla tecnologia di blockchain privata. Una sorta di etichetta parlante capace non solo di indicare i varietali di orzo e malto usati, ma anche quando questi sono stati raccolti e lavorati, e qual è esattamente il loro preciso luogo di provenienza. Il progetto è stato sviluppato internamente a Cascina Motta che produce e trasforma tutte le materie prime, ma secondo gli sviluppatori il progetto è applicabile anche a filiere decisamente complesse e non interne ad una singola azienda e dunque applicabile non solo a birrifici agricoli.

Mastri Birrai Umbri ha condotto invece una ricerca relativa all’orzo in collaborazione con CERB, Università di Perugia e CNR. La ricerca è stata chiamata UHT – Umbria Hordeum Typical – ed ha avuto come obiettivo la selezione di orzi umbri particolarmente adatti alla produzione brassicola. Lo studio, i cui risultati sono stati comunicati a inizio 2021, ha permesso di isolare 18 varietali con caratteristiche interessanti per la realizzazione di malti da birra. Congiuntamente con questo progetto si è concretizzata la linea Malti d’Autore, 24 birre realizzate con 22 malti diversi di varietà umbre. Riportiamo infine il progetto Prato Circular City volto alla sperimentazione di una varietà di orzo locale, il Laureate. Al progetto partecipano l’azienda agricola Colzi Paolo, il PIN (polo universitario di Prato) e i birrificio I Due Mastri, oltre agli gli assessori Valerio Barberis (Urbanistica e Ambiente) e Benedetta Squittieri (Bilancio e Sviluppo economico).