Birra in tavola: Tiramisù agli agrumi e Black Ipa
Quella agli agrumi è una tra le varianti ormai abbastanza conosciute del tiramisù classico. Ispirata dalla collaudata affinità elettiva (si pensi a certi cioccolati tradizionali, di Modica ad esempio) tra il cacao e certe scorze, su tutte l’arancia, questa versione di uno dei dessert più amati in Italia, presenta – al di là de delle differenti interpretazioni della ricetta – un’abbastanza evidente vocazione per l’abbinamento. Sul ring birra & cucina questa volta facciamo salire uno stile brassicolo da tempo esistente ma solo recentemente codificato dal Bjcp: le Black Ipa.
Vediamo il perché di tale vocazione, andando con ordine: partendo cioè proprio dalla ricetta alla quale nel caso facciamo riferimento: una base di biscotti al cioccolato bagnati con caffè, liquore dolce e succo zuccherato d’arancia e mandarino; le loro bucce grattugiate ad arricchire uno strato centrale di mascarpone e yogurt; una copertura di cioccolato e altre scorzette caramellate. Immaginate una sezione longitudinale, con il cucchiaino che ne attraversa i vari livelli a raccoglierne l’integrità gustolfattiva; immaginate di portarlo alla bocca quel prezioso cucchiaino; e saranno già facilmente intuibili le ragioni dell’accostamento che proponiamo.
Le eventuali intemperanze amaricanti, astringenti o acide dei malti scuri, sono anestetizzati dalla materia grassa costituente il cuore del dessert, a sua volta ben rimossa dall’opera di pulizia svolta dall’acidulità medesima della nostra pinta dark e dalla sua concomitante effervescenza; inoltre gli zuccheri del piatto dialogano con tutti i linguaggi sensoriali del bicchiere; le aromaticità di quest’ultimo (caffè, cacao, liquirizia, agrumature varie) trovano – al netto del gioco di contrappesi tra gli elementi materiali del duello – una corrispondenza quasi gemellare con i profumi espressi dal tiramisù in edizione citrus fruit.
Venuta voglia di una prova pratica? Sperandolo, chiudiamo con un giro di birra candidate a salire sul quadrato per il corpo a corpo: dall’Austria, la Rudeen della gamma Bevog, peso 7,4 gradi alcolici; dalla Svezia, la Svartediket targata 7 Fjell, peso 7 gradi; dall’Inghilterra, la Wild Raven di casa Thornbridge, peso 6,6 gradi; dall’Abruzzo, la Zero Tabù, a firma Bibibir, peso 6,1 gradi; dalla Brianza la 2 di Picche by Menaresta, peso 6,6 gradi.