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Tendenze birrarie: le previsioni per il 2017

Abbiamo di recente fatto il punto su alcune delle tendenze (produttive e di consumo) che hanno caratterizzato, nel 2016, lo scacchiere degli Stati Uniti; e nel concludere quella panoramica riassuntiva, ci siamo chiesti cosa ci sia da potersi attendere – sia negli Usa stessi, sia nel resto del panorama internazionale – durante l’anno che invece è da poco cominciato e che sicuramente non mancherà di far avere soddisfazione alle ugole assetate di novità.tendenze

A quali fonti ci affidiamo per questa sorta di forecast birrario? Alle ben informate antenne che frequentano appunto l’ombelico del mondo brassicolo artigianale: quello scenario americano dal quale prendono le mosse tutti quanti gli indirizzi destinati poi ad affermarsi come dominanti non solo sotto la bandiera a stelle e strisce, ma in tutti gli angoli del pianeta. Ebbene, la lettura delle carte, consegna in questo senso uno orizzonte che si ipotizza debba essere solcato da questi orientamenti.

Primo, la prosecuzione della ripresa d’interesse per le Lager, destinato a focalizzare il proprio sguardo, ad esempio, sulla categoria delle Märzen: una previsione, questa, suffragata dall’attesa e dalla curiosità che ha accompagnato l’uscita dell’edizione 2016 della Oktoberfest targata Left Hand. Quello verso le basse fermentazioni è d’altro canto parte di un moto d’interesse più ampio, già affermatosi nel 2016, quello che ha nel binocolo la Germania in generale. E che potrebbe concretizzarsi anche – seconda indicazione di cui prendere nota – in una ripresa di passione verso stili ad alta fermentazione: come le Kölsch, interpretate sia canonicamente, sia in modo personale e non convenzionale; un fronte, quest’ultimo, sul quale troviamo ad esempio la west coast hopped Mosaic Kolsch di Standard Brewing.

Terzo binario, altro tratto di continuità: quella stabilita dall’inclinazione di birrai e appassionati verso le American o Pacific Ipa con aggiunta di succo di frutta a incrementare il materiale fermentabile del mosto e ad arricchirne il respiro olfattivo. Uno way of brewing” – esso stesso peraltro facente parte di un’infatuazione più generale, per la frutta nel suo insieme, quale che sia la tipologia d’applicazione – la cui bandiera è sorretta da schiere già folte di etichette rappresentative: tra esse, per dirne una, la Mango Juice Jr di Great Notion’s.

Quarta direttrice, l’aggiunta di lattosio: non solo – prassi classica – a Porter e Stout, ma anche a meno usuali partner, quali le stesse, appena citate, American Ipa: un sentiero imboccato, tra altri, da Omnipollo.com già nel 2015 con ricette quali quella della Mango Smoothie Ipa.

Quinta traccia osservata speciale, l’attitudine a utilizzare caffè, non solo e non tanto in ricette già attestate dalla tradizione come atte a riceverne gli apporti sensoriali (Porter e Stout, anche in alto o altissimo grado alcolico), ma soprattutto in contesti stilistici più audaci, scommettendo in primis sui colori chiari. Su questo percorso si colloca già, ad esempio, la Gusto Crema Coffee Ale della scuderia Georgetown, una Cream Ale nella quale i chicchi torrefatti sono accolti in un mash contenente anche malto Monaco e avena.