Settembre del Birrificio del Ducato
La prova delle IGA di Giovanni Campari del Birrificio del Ducato non poteva che sfociare in una esecuzione dotata di originalità, che porta la birra ad esplorare i propri limiti, i confini del mondo birrario, a volte travalicandoli senza farne ritorno. Una sfida che questa volta parte dall’idea di far rivivere alla birra un percorso enologico. Come? Ad esempio facendola sostare trenta giorni su bucce d’uva di Malvasia e poi via in acciaio per cinque mesi di affinamento.
Questo trattamento enologico ci consegna una birra di un giallo squillante, dorato, e una schiuma grossolana destinata a decadere velocemente. Al naso si capisce di avere davanti una birra complessa, ma non complicata, dove ritrovare subito delle note floreali di ginestra, sensazioni di muffa, di sughero, di pipì di gatto, di citronella, ravvivate anche da una corrente citrica, erboristica e mentolata. All’assaggio perde di spessore lasciando sfogare la nota vinosa e una ramificazione acida che si dispiega sulla lingia senza frustare il palato, solleticato piuttosto da una bollicina scricchiolante non troppo educata. La lancetta alcolica segna 7 gradi. Come sempre nelle etichette del Ducato, si ritrova una citazione colta che questa volta chiama in causa Hermann Hesse con un passo di una poesia che ha come titolo proprio Settembre: Gocciano foglie d’oro giù dalla grande acacia. Ride attonita e smorta l’estate dentro il suo morente sogno.
Settembre del Birrificio del Ducato
Nazione: Italia
Fermentazione: mista
Stile: Sour ale
Colore: dorato
Gradi alcolici: 7% alc.
Bicchiere: tulipano
Temperatura di servizio: 8-10 °C