Nuovi luppoli all’orizzonte in USA e UK

Non si ferma la corsa all’oro verde e in particolare alle nuove specie: un orizzonte sul quale la frontiera più calda è ancora quella statunitense. In tale scenario, il 2017 prospetta già una lista di cultivar emergenti e candidate al ruolo di prime attrici nella sempre incandescente battaglia a colpi di amaro e di aroma. Ad esempio – tra le varietà sotto la titolarità di coltivatori privati – i laboratori agronomici della Crosby Hop Farm di Woodburn (Oregon) e della Yakima Valley Hops sembrano scommettere su un poker di nomi formato da Idaho 7, Azacca, Cashmere più il britannico Jester.

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Lo Idaho 7 unisce note erbacee, delicatamente pinose e succosamente fruttate (pesca, ananas, mango); lo Azacca punta più sul tropicale (papaya e ancora mango) amalgamandole con l’agrume dell’arancia, in uno slancio più energico; il Cashmere (la cui ascendenza parentale giustappone Northern Brewer e Cascade) spinge con maggior lena sulle resine boschive e, di nuovo, sull’esotico; un tema, quest’ultimo, che (nelle fattispecie del litchi) segna anche gli apporti del Jester, i quali si avvalgono peraltro anche delle percezioni di agrumi a scorza gialla (pompelmo) e di bacche nere (ribes). Passando alle tipologie di proprietà pubblica, nel borsino dei nuovi luppoli risultano alte le quotazioni del Comet. Selezionato negli anni Sessanta a cura del Dipartimento per l’agricoltura degli Usa, messo da parte durante i Novanta perché di amaricatura troppo morbida (rispetto all’impazzimento generale per gli alfa acidi devastanti) e ora tornato a farsi apprezzare. Curiosità: il suo arco olfattivo (agrumato elegante, ananas e altre polpe tropicali) gli ha valso il soprannome di fratellino del Citra.