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Nuove aperture italiane: Birrificio Amerino, Ortyx e altre beer firm

In continua ascesa il numero dei marchi artigianali italiani che è arrivato, in queste settimane, a superare quota 1100, facendo salire a oltre trecento il conto delle beer-firm. Ecco alcune delle realtà di recente censimento.

birrificio-amerino

In Umbria, ad Amelia (Terni), si affranca dall’appena citato status di “client brewer”, per acquisire quello di produttore proprietario, il Birrificio Amerino, frutto dell’iniziativa dei fratelli Di Stefano, Alessandro (birraio) e Marco Ottavio (commerciale). Il repertorio contiene ad oggi una Ipa (Edo 15), una Saison (Winter Garden) e una Imperial Golden (La Burbera), cui si affiancheranno una (Double Ipa (Edo 15 al quadrato) e una Belgian Strong Ale con fichi (la Fichissima).

Nel campo dei “brand” non titolari d’impianto, ecco il debutto, a Roma, di due realtà. La prima è Blag Brewing, le cui insegne campaggiano, attualmente, su un catalogo di due referenze, manco a dirlo d’ispirazione statunitense: la Dear Bettie (American Ipa da 6,2 gradi) e la Yellow Sunshine (Apa da 5 gradi). Seconda entrata sul proscenio, quella di Ottavo Colle, lanciatosi sul mercato a sua volta con un’American Pale Ale, forgiata nei fermentatori di Aurelio (a Cerveteri) e battezzata Oroborus (5.2 i gradi alcolici).

Come nella capitale, anche a Forlì lo scenario si arricchisce di una presenza nuova, al momento appoggiata, per il brassaggio, a un birrificio contoterzista (è il Mazapegul di Civitella di Romagna). In questo caso l’esordiente ha ascendenti significativi: il nome Pasqui è quello di una famiglia che ha malti e luppoli nel proprio albero genealogico, e che, nella persona del pioniere Gaetano, aveva iniziato a firmare pinte artigianali già nel 1835. Poi – dopo un’onorata “militanza” e apprezzamenti anche all’estero – la chiusura dell’attività e il “buen retiro”… nelle pagine dei libri di storia (vedi il volume da noi recensito). Una dimensione dalla quale, oggi, il sogno del fondatore rinasce grazie all’iniziativa di cinque suoi pronipoti, tra loro cugini: Umberto, Caterina e Francesco (il cognome è quello della “casata”), Valentina Farolini ed Emma Cimatti. La loro prima creazione? Una Golden Ale che si chiama Livia, una dedica alla primogenita del patriarca Gaetano. Con l’ultima beer firm ci spostiamo a nord. A Verona abbiamo il Birraio del Lago, la cui gamma abbraccia tre referenze: Cerusa (una Gruyt Beer, con erbe, 5 gradi), Veruska (Pale Lager, 5 gradi) e Arabica (Red Ale al caffè, tasso etilico 5,6).

ortyx

Torniamo ai birrifici propriamente detti, volando in Sicilia che dà il suo contributo al movimento nazionale segnando una nuova nascita. A Siracusa si accendono le luci su Ortyx (dal toponimo latino di Ortigia, isola che costituisce la parte più antica della città). Il portafoglio delle etichette ne propone per adesso tre: Marina (una Blanche da 5,1 gradi), Maniace (Amber Ale da 7.2 gradi), Giudecca (Amber Ale ai fichi d’india, 6,9 la titolazione etilica).