Avviata in questi giorni – per scelta, solo in forma di coni (niente pellet dunque); e rivolta in esclusiva a microproduttori – la commercializzazione di luppoli della specie autoctona americana Neomexicanus, da parte dei monaci benedettini di Cristo nel Deserto, comunità statunitense insediata ad Abiquiu, appunto nel Nuovo Messico. Coltivate in proprio dai religiosi sui terreni di pertinenza del monastero (anche per la raccolta ci si avvale del solo aiuto di alcuni amici), le piante appartengono a diverse varietà i cui tralci sono stati acquisiti già alcuni anni fa direttamente da Todd Bates, vate dei native wild hops degli Usa, messi a dimora e cresciuti nei suoi tenimenti tra Embudo and Taos (sempre nel New Mexico).
I preziosi fiori pare uniscano alle immancabili note agrumate (marchio di fabbrica dei cultivar a stelle e strisce) anche chiari apporti di timbro fruttato, evocando polpe a pasta arancio, come l’albicocca o il melone. Il genere botanico neomexicanus (indigeno delle aree occidentali della Federazione) è considerato una derivazione del primigenio cordifolius mongolo, dal quale sembra essersi differenziato circa 500mila anni fa, migrando appunto nelle terre che sarebbero diventate la sua culla. Le varietà allevate, e ora in vendita, da parte dei monaci sono per l’esattezza cinque: Amalia, Chama, Latir, Mintras e Tierra; i rispettivi livelli di alfa acidi variano da un minimo del 4.1% a un massimo del 7.3% e in molti casi il tenore in beta acidi risulta leggermente superiore.