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Nasce l’Autorità per la certificazione del luppolo italiano

Filiera brassicola nazionale: altro passo avanti. In particolare sul fronte del luppolo made in Italy che dopo l’avvento dei birrifici agricoli, uno su tutti il piemontese Baladin che da anni realizza una birra con luppolo autoctono (la Nazionale), dopo la costituzione dell’Associazione Italiana di settore, dopo la nascita di una realtà come Italian Hops che colma il vuoto nel mercato della vendita di luppolo nostrano, vede registrare l’insediamento di un’apposita Autorità di certificazione. Preparata da un laborioso percorso di concertazione tra i numerosi soggetti interessati (organizzazioni dei rami produttivi collegati, istituzioni centrali e periferiche), la comunicazione ufficiale del provvedimento è arrivata con l’emanazione, da parte del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali, del decreto 4281 del 20 luglio 2015.

Di fatto, la competenza in materia è assegnata a un organismo già esistente, la Direzione generale delle politiche internazionali e dell’Unione europea (Piue), presso il Dipartimento per il coordinamento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale. Si crea insomma una sorta di contenitore, entro il quale, da qui in avanti, dovrà essere svolto il lavoro per arrivare (traguardo di prospettiva) a un comparto nazionale del luppolo, nel cui ambito operare anche e soprattutto per la sperimentazione, lo sviluppo e l’applicazione di varietà autoctone. Il daffare non manca, questo è chiaro; siamo ancora all’anno zero (o quasi) e per centrare gli obiettivi, che al momento è possibile solo intravedere, ci sarà da rimboccarsi le maniche.

Intanto, il decreto ministeriale fissa comunque alcuni paletti di partenza relativi a un cammino che si annuncia coinvolgente, ricco di implicazioni di grande portata, ma molto, molto impegnativo.