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La rivoluzione in lattina: Sierra Nevada annuncia la produzione in lattina

sierra nevada lattinaSierra Nevada avvierà presto la produzione delle proprie birre in lattina. A quanto si legge su Draft Magazine, Beer Advocate e Beernews, la compagnia californiana con sede a Chico ha annunciato che i primi six-pack di Pale Ale (la prescelta non poteva che essere la prima nata nonché alfiere del birrificio) dovrebbero essere disponibili verso la fine dell’anno. Bill Mannely, il coordinatore della comunicazione di Sierra Nevada, spiega così l’idea base del progetto, come riportato da Beernews.org:”ci sono così tanti posti dove non puoi andare o dove non puoi portare contenitori di vetro… qui nelle colline non ha semplicemente senso portarsi dietro un mucchio di bottiglie di vetro nel tuo zaino. Per questo siamo partiti con questo progetto”. Mannely ha poi affermato che le lattine, che cosituiranno solo una piccola parte della produzione di Sierra Nevada, non andranno a sostituire le bottiglie in vetro, ma si posizioneranno a fianco di queste, e che anche in questi contenitori è previsto un processo di rifermentazione, come avviene in bottiglia.

Negli USA la tendenza all’uso delle lattine è in forte aumento (circa 80 i produttori che le usano per adesso, 52 alla fine del 2009) sin dal 2001 quando Cask Brewing Systems sviluppò un sistema adatto ai piccoli birrifici  e coinvolge anche grandi nomi, come Sierra Nevada appunto. I vantaggi nell’uso delle lattine non si limitano a un minor peso e ad una maggiore possibilità di trasporto, ma coinvolgono anche altri fattori, come la maggiore solidità, il minor costo all’utente e il minor tempo di raffreddamento necessario. Oltre a ciò si devono contare i vantaggi ambientali che l’uso dell’alluminio comporta, sia dovuti al minor peso e minor ingombro a parità di volume (trasporti e refrigerazione) sia al fatto che la produzione e il riciclo delle lattine sono molto meno dispendiosi in termini energetici rispetto al vetro. Ancora, la lattina evita totalmente l’esposizione ai raggi solari o l’eventuale penetrazione di ossigeno e permette una lavoro di grafica ancora maggiore rispetto alla bottiglia di vetro (a fronte però di una forma comune per tutti).

In Europa non sono molti i birrifici artigianali che hanno adottato questa soluzione, uno di questi è lo svizzero Bad Attitude di cui abbiamo già parlato, e lo scozzese Brewdog. Questo è principalmente dovuto all’immagine che si ha delle lattine e che la birra vuole dare di se stessa. L’alluminio è infatti percepito come un contenitore per prodotti di scarsa qualità (forse non è un caso che non si trovino le artigianali americane in lattina in Europa) il che è l’esatto contrario della direzione presa dalle birrerie artigianali in ambito di comunicazione e di piazzamento del prodotto: a nessuno infatti sfugge come i birrifici tendano a dare una connotazione “alta” ai propri prodotti, usando bottiglie speciali o grafiche riconoscibili.

brewdog lattina

Questo è imputabile, soprattutto in Italia, alla fatica che il prodotto birra artigianale deve fare per affrancarsi dall’immagine dozzinale che spesso ha il consumatore medio, cosa che si rende ancor più necessaria quando il confronto diretto viene fatto con il vino, osannato e decantato nelle cattedrali del gusto come unico e vero veicolo del gusto. La bottiglia di vetro concorre inoltre a rendere accettabile il prezzo, spesso percepito come alto perché confrontato con le produzioni industriali. Tornando alla bontà del contenitore, viene fatto notare da più parti (qui e qui) come le nuove lattine siano di fatto una validissima alternativa al vetro e come non presentino alcuna controindicazione a livello gustativo (in particolare l’alluminio non viene mai a contatto con la birra grazie a un rivestimento interno delle lattine).

I vantaggi offerti dalle lattine superano le “barriere mentali” che abbiamo? Potrebbero contribuire a una maggiore diffusione delle birre artigianali? È opinione di chi scrive che questo possa succedere, ma si deve calcolare che chi sta scrivendo (e spesso chi legge in genere riviste on-line e non sulla birra artigianale) è un appassionato che si augura la diffusione dell’amata bevanda, soprattutto se a parità di gusto si hanno vantaggi economici. Lo scoglio mentale di proporre un prodotto di qualità in lattina sarebbe di sicuro più grande qualora si dovesse presentare il prodotto a un consumatore neofita. Continuando con i lati negativi dell’operazione dobbiamo ricordare il minore effetto isolante dell’alluminio che può portare anche svantaggi: se conservata male la birra nelle lattine si scalda o congela più rapidamente, il che impone una maggiore responsabilità lungo tutta la catena distributiva; inoltre questa soluzione comporta investimenti notevoli in termini di adattamento della linea produttiva difficilmente sostenibili da un piccolo birrificio che volesse affiancare la lattina alla bottiglia.

Rimane comunque la sensazione, viste le notizie d’oltre oceano, il coinvolgimento di Brewdog e l’esperienza di Bad Attitude, che la rivoluzione in lattina per la birra artigianale non sia soltanto utopia!