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Hall of Fame. Capitolo XXXV. Golden Ale Exmoor Gold

La figlia degenere (o almeno la ribelle) della Bitter; se preferite, la nipote, con identica caratterizzazione da dissidente, delle English Pale Ale; ma anche una genitura dalla paternità contesa: tanta è stata infatti, e peraltro nel giro di pochi anni, la popolarità acquisita da questa tipologia birraria, da porla al centro di una disputa (tra osservatori, almeno) circa l’identificazione di quella che si possa assumere come etichetta capostipite dello stile in questione.

La presenta puntata della nostra Hall of Fame (galleria dedicata appunto alle referenze archetipiche della rispettiva categoria d’appartenenza) tratta delle British Golden Ale, classificazione d’ingresso abbastanza recente sul proscenio delle tipicità battenti il vessillo della Union Jack: e inquadrabile (così più o meno se ne interpreta la genesi) come sviluppo contemporaneo – ultima propaggine in ordine cronologico – della fenomenologia riferibile alla linea di discendenza Pale Ale-Bitter. Una genealogia che, nel corso dei decenni, e in particolare in quelli conteggiabili dopo la metà del secolo scorso, ha evidenziato – sotto la pressione seduttiva esercitata, nei confronti dei consumatori, dallo sconfinato esercito delle Lager di colorazione chiara – una tendenza a schiarire il proprio colore, fino a compiere effettivamente la transizione dalle (storiche) tinteggiature ambrate a quelle dorate, anche a trama piuttosto leggera. Ed effettuato quel passo, non sarebbe stato possibile non mettere agli atti l’alba di una nuova denominazione brassicola, che è puntualmente avvenuta, nel 2005, con la canonizzazione delle British Golden Ale sulle pagine delle Styles Guidelines del Bjcp-Beer Judge certification Program. 

È proprio su questo passaggio che si concentra la nostra attenzione. Perché da un lato, quell’esito, ha fatto storcere il naso ai puristi (affezionati alle ramature tradizionali, e identificanti, del perimetro produttivo di provenienza); dall’altro ha aperto una diatriba attorno al punto d’origine della diramazione in oggetto (nella quale, detto per inciso, le deviazioni dall’ortodossia anglicana riguardano non solo i cromatismi, ma anche le luppolature, per le quali si attinge a piene mani ai giacimenti varietali del Nuovo Mondo). Ecco, il secondo aspetto, quello delle origini, è quello che interessa da vicino la missione della nostra rubrica. La domanda che incombe suona così: quale è la matriarca delle Dorate di Sua Maestà? Proviamo a rispondere, come sempre, partendo con ordine.

L’etichetta passata agli annali come più rappresentativa del proprio campo (su questo le valutazioni sono sostanzialmente unanimi) è la Summer Lightning della Hop Back Brewery (Salisbury, Wiltshire), lanciata nel 1987. Ma sotto il profilo delle precedenze temporali, l’assegnazione della primogenitura va probabilmente a un’altra ricetta: quella della Exmoor Gold, con la quale a Jim Laker, birrario della Exmoor Brewery – di Wiveliscombe (Contea del Somerset), fondata nel 1979, nel solco, e inizialmente col nome, della Golden Hill Brewery – volle celebrare, nel 1986, per celebrare la millesima cotta della propria scuderia. Il volgere di 12 mesi, insomma, separa la più popolare tra le Pale Ale imbiondite e la presumibile fondatrice di tale (oggi assai nutrita) schiera. Troppo poco, probabilmente, per sanare definitivamente la disputa.