God save the cask: in Inghilterra meglio chi spilla a pompa
Leggi cask beers e immediatamente pensi gestione delicata, scelta coraggiosa, complicata e, magari, in rimessa. Certo, spillare a pompa o a caduta, quindi a contatto con l’aria, le sue esigenze – e le sue problematiche – le pone. Eppure, nel Regno Unito, proprio il più tradizionale e il più impegnativo dei metodi di mescita, si sta rivelando, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare (e comunemente s’immagina), una scommessa indovinata.
Addirittura, l’edizione 2015 del Cask Report – dossier annuale di settore elaborato dal Camra, dall’associazione Independent Family Brewers of Britain e dal Cask Marque Trust (soggetto indipendente che assegna l’omonimo premio, il Cask Marque, appunto, ai locali distintisi in questo tipo di servizio) – afferma a chiare lettere come aver fatto una scelta del genere si sia rivelata una vera e propria ancora di salvezza per decine di pub del Paese.
L’indagine evidenzia infatti come gli affezionati della spillatura da botticella si siedano al bancone con una continuità pari al doppio rispetto alla media riferibile alla platea dei frequentatori generici; e doppia – sempre rispetto alla statistica generale – è anche l’attitudine alla spesa: tanto che, in capo a 12 mesi, investono in birra (bevuta) praticamente la metà rispetto alla massa di coloro che, invece, di norma puntano su fusti pressurizzati o bottiglie. Infine, questo tipo di consumatore – sottolinea l’autore del Report, Pete Brown – si rivela leader della propria cerchia di amici, quando si tratta di scegliere in quale pub entrare.
Insomma… God save the cask ales!