Enkir del birrificio Birra del Borgo
Nella mitologia sumera il dio Enki era uno dei quattro dei creatori del mondo. Era considerato il signore degli Oceani e delle acque sotterranee apportatrici di vita, oltre ad essere anche il dio della sapienza e delle arti. Dal nome di questa divinità deriva quello del cereale, usato per questa birra da Leonardo Di Vincenzo, l’Enkir, conosciuto nel vicino Oriente già 10.000 – 12.000 anni fa (pare sia il primo cereale addomesticato della terra). E’considerato il padre dei cereali e cresce spontaneo ancora oggi in alcune zone della mezzaluna fertile (Turchia e Iran). Non ha bisogno di nessun tipo di concimazione; possiede un alto contenuto proteico, ed un’elevata quantità di carotenoidi, che rendono gialla la farina ottenuta dalla sua macinazione. L’idea della birra si deve proprio alla collaborazione fra un mastro birraio, un mugnaio e un fornaio/pizzaiolo: nell’ordine Leonardo della Birra del Borgo, Felice Marino, del Mulino Marino nelle langhe piemontesi, che macina ancora a pietra francese naturale i grani di enkir e di altri prodotti provenienti dalla filiera dell’agricoltura biologica e Gabriele Bonci, definito da Vogue il “Michelangelo dei pizzaioli italiani”.
La Enkir è brassata con il 55% di questo cereale, molto simile al farro. Il colore è dorato, velato, con una schiuma bella compatta. Il naso accattivante rimanda al cerale utilizzato, che dona note rustiche e sensazioni raffinate, balsamiche, che ben si fondono con il fruttato di pesca gialla e ananas. Il corpo è assolutamente rotondo, privo di spigoli, dalla frizzantezza poco più che accennata. Un finale all’insegna dell’equilibrio, con un lascito aromatico a richiamate le note fruttate.
Enkir del birrificio Birra del Borgo
Fermentazione: Alta
Stile: Speciale
Colore: Biondo opalescente
Gradi alcolici: 6,1° vol.
Bicchiere: Tumbler
Servizio: 6-8°C
Mi è mancata la fragranza della schiuma densa e compatta e totalmente piatta , Co2 non pervenuto