Cerveza andaluza: beertour in Andalusia
Andalusia, il piede della Spagna nell’atto di toccare il suolo africano. All’interno dell’universo iberico, un universo a sua volta sempre sorprendente coi suoi mille volti, le diecimila spigolature, le centomila identità. Premettendo che forse, oggi, uno tra i maggiori motivi d’interesse per muoversi in viaggio verso questo angolo di mondo potrebbe essere quello legato alla sua storia (per secoli un laboratorio d’integrazione fra culture e religioni), ebbene, anche sotto il profilo “semplicemente” turistico, sono davvero tante le attrattive offerte da quella che è la più popolosa tra le diciassette Comunità Autonome in cui si articola lo Stato spagnolo. Attrattive che vanno dall’arte alla natura (con un caleidoscopio per alcuni forse insospettabile di ambienti e panorami); dal costume alle prelibatezze alimentari. E qui, in un bengodi di tapas (le caratteristiche porzioncine da “spazzolare” in serie), il sipario si apre su pesce, prosciutti, ortaggi, formaggio e vino.
Ma in questo pantheon del gusto, da qualche anno, ha fatto il suo ingresso anche la “nostra” birra. Certo, occorre prendere le misure; adottare l’approccio del curioso, più che del “censore”. Perché il panorama brassicolo di questa regione appare sì in pieno e gioioso fervore; ma il suo cammino, rispetto all’orologio dello sviluppo artigianale sul quale si è sincronizzati in Italia, appare in ritardo. Somiglia tanto, per farla breve, a quel che è stata la stessa Italia, prima della “fase di accelerazione” che da noi abbiamo conosciuto più o meno dal 2005 in avanti. E dunque il suggerimento è di osservare indulgenza verso alcuni tratti che possono risultare insistenti, quali la ricorrenza dell’ispirazione americana o una nozione di “veracità della bevuta” che corrisponde, in parte, con la sua rusticità, espressa ad esempio in sospensioni di lievito diciamo importanti. Parola d’ordine? Goderselo il viaggio, scattare (anche mentalmente) fotografie, sia visive sia sensoriali, che rimarranno impresse nella memoria (e vedrete, saranno molte). E poi annotare con spirito di ricerca gli spunti di curiosità che anche le cervezas sapranno porgere.
SIVIGLIA
Il nostro itinerario parte dal capoluogo di Al-Andalus (nome che gli arabi dettero ai territori iberici sotto il loro controllo tra 711 e 1492), un gioiello raggiungibile direttamente anche in aereo e dove trattenersi per qualche giorno almeno. Sarà una girandola di scorci emozionanti e di monumenti di rara bellezza: acquedotti antichi e ponti moderni sul Guadalquivir; quartieri un tempo di pescatori (Triana) e di impronta ancora moresca (Santa Cruz); solide mura costruite da mano islamica; e poi la cattedrale con la torre della Giralda (un ex minareto), il palazzo reale (Alcazar), la Plaza de España, le case aristocratiche dal tipico cortile interno, alcune impreziosite di mosaici d’epoca romana. E in mezzo a tanta bellezza, scorre birra, gorgogliante, baldanzosa, artigianale. Linfa di uno scenario che vede, insieme, diversi pub e vari impianti di lavorazione; e che è il frutto di un percorso avviato, alcuni anni fa, da un nucleo di “dissodatori”, tra i quali lo staff di XXXII – The Great Power of Beer & Wine, attività nata come beershop e recentemente convertitasi, sotto le insegne di 32GreatPower in piattaforma di distribuzione, import-export, nonché sito di e-commerce. Per il visitatore intenzionato ad assaggiare le pinte craft locali, indirizzi da appuntare sono quelli di alcuni locali di somministrazione, più o meno specializzati: Lupulópolis (nome eloquente) in Calle José Gestoso 12; La Jerónima, una “librotaberna” carinissima in Calle Jerónimo Hernández, 14; La Linterna Ciega (Calle Regina 10), con gastronomia “fusion toscano-andalusa”; La Fabrica (in Correduria, 1), meno consacrata a malti e schiume, ma dotata di una cucina intrigante assai; o ancora Sal Gorda in Calle Alcaicería de la Loza, 17, un localino in pieno centro dove stappare una birra in compagnia di qualcosa da stuzzicare.
Cosa offre la loro lista delle birre? In genere, accanto a una sezione di provenienza internazionali, si dà largo spazio ai marchi spagnoli e, ovviamente, regionali in particolare. Tra quelli strettamente sivigliani, ecco ad esempio Cervezas Abril (da provare la Zurda, chiara Golden Ale da 5.2 gradi); e Son Brewing, beerfirm la cui gamma (nella quale si segnala l’interessante Mayo 15:37, saison da 6.8 gradi) è in mescita al Maquila, il primo brewpub della città (Calle Delgado, 4), che merita una visita anche per le tapas dello Chef Dani Torres.
CORDOBA
Toccando il suggestivo borgo medievale di Carmona, essa stessa d’aspetto moresco (ma anche con tracce risalenti addirittura alla dominazione dei Visigoti), la strada ci porta verso un’altra perla, Cordoba. Preceduta (5 chilometri a ovest) dal sito archeologico di Madinat al-Zahra (residenza califfale del X-XI secolo, definita una Versailles andalusa), la città apre il suo scrigno, nel quale – insieme a numerose altre opere – coabitano il ponte romano e la Torre di Calahorra, la Torre della Malmuerta, la piccola sinagoga e la Juderia (antico rione ebraico innervato da vicoli strettissimi), l’Alcazar dei Re Cattolici e, soprattutto, la Grande Moschea (o Mezquita), oggi cattedrale, con i suoi colonnati mozzafiato. E la sera? Una cerveza, por favor! Da sorseggiare per esempio ai tavoli del Brewpub Califa (in Calle Juan Valera, 3), la cui lavagna propone un’ampia scelta, incentrata chiaramente attorno ai prodotti della casa, tra i quali s’impone, nei riscontri di pubblico, la IPA (6.3° alc.).
Detto poi che, sempre a Cordoba, è attivo a sua volta il marchio Bandolera (catalogo commerciale del brand “Tranformando” che dà spazio, con la Bermeja, anche a una tipologia poco praticato come la Irish Ale), spostandoci in provincia, a Montilla, incontriamo Cab Beer, gamma espressione di “Cerveza Artesanas de Montilla” (appunto), con un portafoglio il cui pezzo forte, se non altro per appeal, è da individuare nella Envejecida, 8 gradi e mezzo di Barley Wine maturato sei mesi in botti di Pedro Ximenes.
GRANADA
Altra stazione intermedia, Baena è un luminoso pueblo blanco, apprezzato tra l’altro per la produzione d’olio d’oliva, di cui si può conoscere la tradizione grazie ad aziende attrezzate per visite di grande fascino. Lo stesso esercitato, pur con armi diverse – quelle delle ricchezze artistiche, in specie architettoniche – dai borghi di Baeza e Ubeda, nei quali le anime romanica e gotica s’intrecciano ai successivi interventi barocchi; e con i quali si entra nella provincia di Jaen, sovrastata dal medievale Castello di Santa Catalina. Nomi che scandiscono il percorso in direzione di Granada, ultimo baluardo musulmano a cadere sotto l’avanzata dei Reyes Católicos, Ferdinando e Isabella, che unificarono gran parte della penisola iberica sotto il proprio dominio. Non a caso il simbolo della città è l’Alhambra, fortezza costruita nel Trecento appunto da un sultano, Muhammad Ibn Nasr, e comprendente l’Alcazaba (residenza bastionata), l’Alcazar (il palazzo Reale), i grandiosi giardini, il quartiere degli artigiani del popolo. All’ombra della sua mole, però, la città è molto ancora: la cattedrale rinascimentale, il Generalife (parco del sovrintendente) e ulteriori testimonianze del passato arabo, come il palazzo della Madraza (prima università), i bagni, il quartiere Albacin. Quanto alle pinte, da segnalare almeno quattro indirizzi. Il primo, a La Zubia, 10 chilometri circa a sud del capoluogo, è quello della Cervezoteca Dbirras (in Plaza Obispo Reyes, 13), rivendita dotata di uno scaffale variegato, tra referenze nazionali ed estere.
I restanti tre recapiti, sempre nella provincia, corrispondono ad altrettante microbrewery: la località di Padul ospita l’impianto di Mammooth (che firma, tra l’altro, la Morus Nigra, una fruit beer da 4.7 gradi, aromatizzata alle more); a Barrio Monachil abbiamo Sacromonte (unica etichetta l’omonima Sacromonte 1598, English Pale Ale da 5 gradi); a Orgiva ecco invece Alpujarra, nelle cui file anche una American Brown Smoke Ale da 6 gradi, nonché una IPA da 7 gradi, pure con variante al profumo di menta.
MALAGA
Puntata la bussola a sudest e toccate, sulle rive del Mediterraneo, le vie di Almeria (con edifici di rilievo storico, quali la Cattedrale e l’Alcazaba), proseguiamo lungo la costa, trovando Malaga, vivace centro turisticamente mondano e animato da vita serale, ma non certo povero d’arte, con l’imponente Cattedrale cinquecentesca, la musulmana Alcazaba e il Castello di Gibralfaro, il teatro romano, il Museo Picasso. Dal tramonto in poi, la “movida” è alimentata anche da alcuni locali brassicoli. Oltre al raccolto e accogliente Arte&Sana Craft Beer Café (Plaza de la Merced, 5), nelle immediate vicinanze sfareggiano le luci, dal design più moderno, del Central Beers, nella cui sala troneggia un nutrito gruppo di spillatura a molteplici vie. Né mancano le attività di vera e propria produzione.
In città, ad esempio, abbiamo Cerveza Malaqa con il suo cavallo di battaglia la Kernel Panic (Apa da 5.4 gradi), ma molto quotate sono anche Awesome Bear (Double Ipa, 9.2) e Kosmonavt (Imperial Stout, 10.4% vol.). Inoltre, sempre a Malaga è attiva la beerfirm 84 Brewers, nota per la sua Apa da 4.6 gradi che risponde al nome di Project Fear. Mentre in provincia, in località Alhaurín el Grande, troviamo Trinidad (versatile la Blond Ale di inclinazione Usa); mentre a Frigiliana, ecco La Domadora y El León, non solo rivendita specializzata (con sostanzioso assortimento spagnolo e internazionale), ma pure – sebbene in piccolo – client brewer, mettendo la propria targa alla Axarca, Apa da 5 gradi preparata a cura dei catalani di Guineu, ben noti in Italia.
TARIFA
Ancora tenendo la rotta tracciata dal litorale, si punta su Gibilterra; prima di arrivare alla quale, però, una sosta merita il borgo antico di Ronda, arroccato su uno sperone di roccia, raggiungibile attraverso una rete di ponti (il Nuevo, il Viejo e l’Arabo), suggestiva nell’insieme di chiese, palazzi e case secolari. E dopo la stessa Gibilterra, presidio britannico sul suolo iberico, eccoci a volgere lo sguardo ancora più a sud, verso Tarifa, il comune più meridionale dell’Europa continentale. Nota per le sue spiagge e per la pratica del surf (meno per il patrimonio artistico, nel quale pure figurano evidenze come Castello di Guzmán el Bueno), in questa sede la segnaliamo per la presenza di Wish you were beer, pub e beershop (in Calle Nuestra Señora de la Luz, 5), con disponibilità dal mercato nazionale e poi da Italia, Regno Unito, Belgio.
CADICE
Nel concludere il nostro giro ci troviamo a superare un altro confine, quello con il Portogallo, direzione che ci accompagna a Jerez e a Cadice. Quest’ultima, situata all’estremità occidentale di quello che era un arcipelago e oggi è un’unica isola, vanta – oltre alla peculiare ubicazione – monumenti quali la Cattedrale Vecchia, la Puerta de Tierra, i castelli di Santa Catalina e di San Sebastián, il teatro romano. Sullo scenario brassicolo, almeno tre le porte cui bussare: il Gades Beer Shop (Calle Josè del Toro, 20: circa 200 referenze in bottiglia da Spagna, Belgio, Gran Bretagna e Usa); El 118 (Mercado de Las Flores), dove abbinare cucina locale con birra o vino; e un produttore locale, Maier: cognome di evidente ascendenza tedesca, di cui reca testimonianza la presenza, in gamma, di una Kölsch, la Triple Dorada, da 4.3 gradi. Fuori Cadice, invece, al Puerto de Santa Maria opera la MCJ Cerveceros Portuenses, con la linea “Volaera”, nella quale trova posto anche un’apprezzata Black Ipa da 6.5 gradi.
JEREZ
Ultima tappa, Jerez de la Frontera. Meritatamente famosa per la produzione vinicola degli Sherry, non lesina contenuti d’interesse artistico, quali ad esempio le antiche mura turrite, la barocca Cattedrale di Cristo Salvatore, le chiese gotiche di San Michele e San Matteo. Né resta attardata, rispetto alla vicina Cadice (capoluogo di provincia), sul fronte brassicolo. Per una bevuta in relax, ad esempio (pur senza aspettarsi frastornanti opportunità di scelta, da spina o bottiglia), ci sono la Cervecería Gorila (Plaza Plateros, 5) e nei pressi (Lanceria, 27) la Cerveceria La Maceta. Sul fronte produttivo abbiamo Xela (con la sua Golden Ale da 4.6° alc., adatta a qualsiasi momento della giornata) e Destraperlo, tra le cui creature spicca la Andalusí Pale Ale al rosmarino, e la Rubia, da 4.5 gradi.