Brewbot, la nuova frontiera dell’homebrewing 2.0
In principio furono i kit; poi l’avvento dell’all grain; e adesso, l’alba di Brewbot: come dire, una sorta di homebrewing 2.0, con procedura assistita attraverso un’applicazione per smartphone. La novità viene dagli Stati Uniti, dove un gruppo di amici (accomunati da esperienze professionali nel settore tech e dalla passione la pinta autoprodotta) hanno avviato il progetto, un anno fa più o meno, tra Belfast e Austin, in Texas, con l’intento, in un secondo step, di aprire uffici a San Francisco per dare il là a una campagna “in forze” di penetrazione sul mercato. Ebbene, adesso quell’ora è scoccata; dopo la fase iniziale di raccolta fondi (che ha fruttato 100mila dollari), il team è a questo punto pronto per lanciare il prodotto: prima in America e poi anche in Europa.
Ma cos’è, in concreto, Brewbot? Un apparecchio: con le dimensioni di una lavatrice e recapitato (appunto alla stregua di altri elettrodomestici) direttamente a casa, con una confezione che include anche, a richiesta, le materie prime per brassare e un manuale di istruzioni. Il processo, peraltro, è controllato, come detto, con lo smartphone: compreso il monitoraggio delle temperature dell’acqua nei vari passaggi di riscaldamento e raffreddamento; e il funzionamento di un sistema a sensori che avverte quando compiere ogni passo della lavorazione. La strategia di promozione batterà su alcuni tasti particolarmente sensibili: come la possibilità di capillarizzare l’uso e la sperimentazione di ingredienti locali; e quella di costruire una comunità di utenti i quali, utilizzando lo stesso protocollo, abbiano maggior disinvoltura nello scambiarsi consigli e ricette. Disponibile dai prossimi mesi, il robot dovrebbe costare tra 2.300 e 4.200 dollari.