Birra in lattina: nuovi formati e apri-lattine tascabili
C’era una volta il barattolo di birra in lamiera di ferro stagnata (latta, da cui l’appellativo lattina); poi, nel 1957, l’entrata in scena degli esemplari in alluminio; quindi, in anni più recenti (dopo una lunga fase di messa in ombra), l’uscita delle versioni evolute – soprattutto attraverso il miglioramento dei rivestimenti interni in polimero plastico – che hanno rilanciato il formato, in grande stile. E adesso è l’ora del nuovo step targato Crown Holdings: la 360 End.
Si tratta di un brevetto che sta facendo parlare e discutere. Adottato dalla Sly Fox (Phoenixville & Pottstown, Pennsylvania), ha la propria peculiarità in un sistema di apertura a strappo con cui si consente di rimuovere interamente il disco di metallo che costituisce la superficie superiore della lattina stessa. In pratica una linguetta con anello da sollevare fino a posizionarsi in verticale; e poi da trarre in direzione contraria a quella del primo movimento, per tirarsi appresso l’intera copertura circolare del nostro cilindro in alluminio. Il quale così diventa, a tutti gli effetti, un bicchiere. I vantaggi di una simile tecnologia? Poter sorseggiare la propria birra, evitando – con risparmio di materiali e di tempo – il ricorso tanto al vetro, quanto alla plastica. Avere a disposizione una bevuta che non espone le labbra a bordi taglienti di alcun tipo (tra l’altro nel mirino di diverse legislazioni nazionali); e, alla fine della bevuta medesima, poter riutilizzare la lattina (peraltro comunque riciclabile al 100% mediante la raccolta differenziata) come portaoggetti o vasetto multiuso. Rimane da capire il comportamento della gasatura con un sistema simile che, non prevedendo travaso in un bicchiere, non permette la normale desaturazione con il servizio che aiuta ad assestare il giusto livello di carbonazione e a sospingere i profumi in fase olfattiva.
Strada diversa cui giungere a risultati simili è quella legata a uno strumento ugualmente entrato in scena da non molto. Si tratta di fatto di un apri-lattina. La forma è quella di un piccolo disco, dal profilo non completamente regolare, provvisto – lungo una parte del margine – di una sagomatura a dentelli, corrispondente al calco delle dita, per facilitarne la presa sul margine stesso. Il suo impiego consiste nell’appoggiarne la faccia inferiore su quella superiore della lattina; nello spingere verso il basso una leva che, a sua volta, muove lamelle a incidere il sottile alluminio di cui è costituita la sommità del recipiente; nel girare l’utensile di qualche grado verso sinistra e poi in senso opposto, a operare un taglio circolare lungo tutto il bordo interno della lattina, liberandola così dalla propria copertura. Il prodotto più in voga si chiama Draft top sembra maneggevole, sicuro e di certo è piccolo abbastanza da poter essere sistemato, ad esempio, nella tasca dei pantaloni. E la lotta contro il primato della bottiglia si fa sempre più serrata…