La tua birra è incline al gushing? Magnetizzala! Potrebbe suonare così uno slogan pubblicitario prossimo venturo, stando alla recente notizia circa gli effetti sulla schiuma da parte dei campi di forza generati da correnti elettriche: effetti talmente validi da poter inibire le possibili eruzioni prodotte da bottiglie che siano state agitate o che, come si diceva, abbiano una naturale propensione a comportamenti magmatici del proprio corredo di effervescenza. Ad avere studiato le proprietà di speciali apparati a calamita in funzione del problema dell’overfoaming è un team di scienziati alimentari del Centre for Food and Microbial Technology di Lovanio, in Belgio: il gruppo di ricercatori ha dimostrato come l’applicazione, appunto, di un campo magnetico al mosto in fermentazione consenta alla futura schiuma di presentare un assetto meno irrequieto e di conseguenza meno esposto al rischio di dar luogo a “fontane” di varia irruenza.
Per l’esattezza, i suddetti campi di forza lavorerebbero, migliorandola, sull’efficacia del luppolo (in particolare delle sue resine), come agente stabilizzatore: frammentandone gli agglomerati di maggiori dimensioni in migliaia di scaglie infinitamente più piccole, capaci di ottimizzare (in virtù dell’aumentata superficie di contatto con il liquido) i benefici apportati alla tensione superficiale della birra. La fase della sperimentazione pura sembrerebbe fra l’altro già superata: la positività dei test su piccola scala ha, secondo i rumors, già condotto alla decisione di proseguire le prove pratiche per verificare l’esportabilità del modello alle dimensioni industriali.