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Birra e bicchieri: lo stivale

birra stivale storiaIn circolazione da almeno 150 anni e legato, nell’immaginario collettivo, alla Germania, il boccale a stivale sembra in realtà aver visto la luce in Gran Bretagna. Qui i primi esemplari sono attestati fin dai primi del XIX secolo, individuabili chiaramente, nella loro originalità, per un particolare estetico assente nelle realizzazioni successive di stampo tedesco: la sagoma di un laccio portasperone disegnata attorno alla caviglia e al tallone.

Realizzati in vetro soffiato a bocca e talvolta bordati in argento sulla parte superiore, hanno capienze contenute, fra i 35 e 45 centilitri; e, seppure molto interessanti nella fattura, non sopravvivranno oltre il terzo quarto dell’Ottocento. Nel frattempo, però, hanno fatto già la loro comparsa gli omologhi, ma come detto differenti, modelli nativi della Germania, i cui primissimi disegni (di dimensioni fin da subito superiori rispetto a quelli d’oltremanica, visto che la media è rappresentata dal litro) hanno la punta vistosamente pronunciata e allungata.

E’ tra il Reno e l’Oder che questo bicchiere particolarissimo trova la sua terra d’elezione, assumendo anche funzioni quasi rituali, ad esempio in ambito militare: alcuni ufficiali dell’esercito, durante la grande guerra 15-18, nell’imminenza di una battaglia, promettevano di fronte alle loro truppe, di bersi uno stivale intero di birra. Ed è forse legato a questo aspetto cameratesco e goliardico l’aumento delle dimensioni di alcune versioni, che arrivano a toccare anche i 3 litri.

stivale birraLa popolarità del beerboot si mantiene elevata fino al secondo conflitto mondiale e oltre (ancora nel 1950 tutte le industrie vetrarie ne hanno uno o più d’uno in catalogo: anche con sagome precipuamente femminili), per poi calare abbastanza rapidamente nei decenni successivi, fino a trovare una sua collocazione stabile, ai giorni nostri, entro la sfera tradizionale e folcloristica.