Birra e bicchieri: il cardo scozzese
Nella nostra carrellata di coppie storiche birra-bicchiere, non poteva mancare un capitolo dedicato a un connubio tradizionalissimo come quello tra le Scottish Ales e il thistle glass, rituale compagno di sorseggio di tutte le tipologie brassicole nate sotto la bandiera blu attraversata dal bianco della croce decussata di Sant’Andrea. Il modello in questione trae spunto dal simbolo stesso della Nazione più settentrionale del Regno Unito: eletto a emblema dal fiero popolo dei kilt in virtù di una leggenda secondo la quale, nel periodo durante il quale dovettero difendere i propri villaggi dai tentativi di invasione da parte dei vichinghi, proprio in occasione di un attacco notturno ad opera dei predoni nordici, uno di essi, inavvertitamente, avrebbe poggiato il piede, nudo, appunto su un arbusto di cardo, il quale, sfoggiando fiori spinosi, costrinse il malcapitato incursore a lanciare un irrefrenabile urlo di dolore, dando così l’allarme agli autoctoni celi, concentendo loro di sventare la minaccia. Da allora il fiore, esattamente quella parte della pianta, fu scelto come immagine tutelare da porre sui vessilli di guerra degli scozzesi, che poi ne estesero l’iconografia anche oltre la sfera bellica, fino a molti altri aspetti della vita comunitaria.
Da punto di vista birrario, si è già detto dell’evidente somiglianza morfologica con la progenie dei pokal; un’altra interpretazione vuole però il thistle discendere dai tulipani della tradizione belga (e in effetti, la bombatura ventrale deporrebbe a favore di tale teoria), con la variante di una svasatura sommitale non flessuosa, ma al contrario rettilinea, a stilizzare il profilo, appunto, di un fiore di cardo. La genesi di una simile derivazione derivazione andrebbe collocata nel contesto della prima guerra mondiale e dei combattimenti svoltisi lungo il fronte della Marna, che videro soldati fiamminghi e valloni battersi fianco a fianco con reparti britannici contro le truppe del Reich tedesco. Nello scambio anche culturale che ne scaturì, i locali impararono ad apprezzare le birre inglesi e pure le scozzesi; ideando per queste ultima appunto una versione speciale del loro tulip.
Sotto il profilo pratico, il thistle ha una capacità variabile da 35 a 60 centilitri; la sua parte superiore – “strozzata” nel punto di contatto con il bulbo centrale e invece tesa ad aprirsi verso l’alto – facilita da un lato la formazione della schiuma e ne contiene la dilatazione, facendo poi da diffusore dei profumi (intensi: di malto soprattutto) provenienti dalle viscere della massa liquida, rispetto alla quale l’ampio e panciuto bevale funge da cassa di ossigenazione e di espansione del patrimonio aromatico. E se tutto questo funzionasse fino a un certo punto, nessuno potrà negare che si tratti di un disegno dalla straordinaria capacità di suggestione…