Nuove birre straniere da Sierra Nevada, Stone e altri
Anche la transizione fra 2015 e 2016 si apre all’insegna dell’incessantemente fervido spirito creativo dei birrificatori europei e internazionali. Dalla Costa Ovest degli Stati Uniti (Eldorado delle India Pale Ale a stelle e strisce) due marchi protagonisti dell’esperienza craft della California e degli Usa interi, come Sierra Nevada e Stone, lanciano la collaborativa NxS IPA, una dorata e aitante Imperial da 8.2 gradi e 70 Ibu. Assai elaborata la ricetta, che parte da due cotte distinte; la prima delle quali, robustamente trattata in dry hopping, viene assemblata – nella fase finale del processo – con le due metà della seconda, precedentemente separate per seguire altrettanti invecchiamenti diversificati: un 50% in botti da bourbon con infuso di gin e un 50% in botti da rye-whisky. Sei le varietà dei luppoli impiegati, ecco qua: Magnum, Amarillo, Chinook, Cascade, Centennial e Mosaic.
E all’iniziativa d’oltreoceano, l’Europa come risponde? Mettendo in campo i suoi pezzi da novanta, in fatto di fantasia e attivismo. Cominciamo da un etichetta dell’infaticabile principe dei gipsy brewers, Mikkeller naturalmente: forgiata nelle sale cottura dei suoi partner storici di De Proeuf, ecco la Coffee Ipa Citra & Santa Barbara, birra della serie Coffee Ipa, appunto, brassata con caffè tostato dalla torrefazione svedese Koppi. Nel caso di specie, il prodotto trova la sua peculiarità nell’aggiunta di luppolo delle due tipologie riferite in etichetta, Citra e Santa Barbara. Di colore ambrato, sembra riscuotere consensi in virtù di una costruzione gustolfattiva variopinta e curiosa; pari 7.2 la gradazione alcolica, decisamente consistente.
Dopo la proposta scandinava, ecco una delle novità di altri stakanovisti indefessi come quelli di BrewDog: che dopo aver testato in modo strettamente circostanziato pochissimi fusti di prova, con spillatura a carboazoto in alcuni loro locali, hanno inserito nella Prototype Series (le ricette annualmente lanciate come sperimentali, per poi scegliere, di mandata in mandata, quale trasferire in gamma stabile) una Milk Stout con avena dalla basso tenore eltilico (4.5 la titolazione) e dal basso ammontare di amaro da luppolo (30 le Ibu). Scura e corredata da rituali schiume cappuccino, questa dark & sweet si fa apprezzare per la cremosità del corpo, oltre che per la tipicità delle morbide torrefazioni che ne caratterizzano il profilo sensoriale.
Stessa scuderia, stessa linea: la Prototype Series 2015. Nella quale troviamo – segnalata per la peculiarità di rappresentare, nel Vecchio Continente, una tra le non molte espressioni di uno stile in corso di (possibile) ufficializzazione – anche la Session India Pale Lager (segni particolari 20 Ibu e 4,4 gradi, su una base monocolore di malto Pils). Chiara e fresca, il suo dry-hopping sviluppa (attraverso un pool di luppoli comprendente Chinook, Simcoe, Citra, Amarillo e Mosaic) sentori di mandarino, uva bianca, melone ed erba tagliata.
Spostandoci a Est, un’occhiata verso la Polonia, dove l’effervescente scenario dei marchi craft nazionali propone, con la targa della beerfirm Browar Golem e il marchio di fabbrica del contoterzista Browar Gontyniec, la Dybukm, una Porter muscolosa (6,5 i gradi alcolici, 50 le Ibu), preparata con aggiunta di fave di cacao e di sale, prima di essere messa in maturazioni in botti di rovere da Sherry.