175 candeline per il birrificio trappista Westmalle
Il 10 dicembre di 175 anni fa veniva servita nel refettorio dell’Abbaye Notre-Dame du Sacré-Cœur de Westmalle la prima cotta di birra prodotta all’interno dell’abbazia belga, costruito in quello stesso anno, sotto la guida dell’abate don Martins. Una data storica che ufficialmente dava il via alla storia birraria di quest’abbazia, la cui nascita “religiosa” era iniziata quaranta anni prima, nel 1794, quando tre monaci, provenienti dal monastero francese della Grand Trappe, si insediarono in una tenuta agricola (dal nome evocativo di Nooit Rust, senza posa) messa loro a disposizione vicino Malle da R. De Wolf, ricco possidente locale.
Messa a dura prova dalle ondate di violenza propagate dalla Rivoluzione Francese, l’abbazia si risolleva solo nel 1814, quando diventa il primo monastero in Belgio ad essere ricostruito dopo il turbine rivoluzionario. Nel 1836 l’abbazia viene definitivamente consacrata da Papa Gregorio XVI e il primo abate, dom Martin, viene nominato vicario generale dei trappisti in Belgio. E’ ancora oggi, Westmalle, la casa-madre dei trappisti cistercensi del Belgio, e uno dei protagonisti assoluti della produzione birraria trappistica in Belgio, con le sue birre che costituiscono delle vere e proprie pietre miliari. Brassate per i solo frati e per l’uso interno del monastero fino al 1860, cominciano ad uscire al di fuori delle mura monastiche proprio in quell’anno (Chimay aveva iniziato a fare la stessa cosa due anni prima), fino al 1918, con la produzione che aumenta di anno in anno. L’impianto venne temporaneamente chiuso per i danni provocati dall’esercito tedesco, proprio nel 1918, per riaprire nel 1921; nel 1932 i monaci depositano come marchio registrato il logo e il nome delle proprie birre, preceduto dall’appellativo “trappistenbier”e nel 1935 viene definitivamente registrato un modello di bottiglia che reca stampigliato sul collo le lettere “A” e “W”, ancora oggi usate.
La “madre” di tutte le tripel, la Westmalle Triple, è stata brassata per la prima volta nel 1934, con la ricetta che è rimasta praticamente immutata fino al 1956. La Dubbel invece ha la propria progenitrice in una birra scura brassata fin dall’inizio della storia produttiva di Westmalle, affinatasi nella ricetta a partire dal 1921, anno in cui si comincia a produrre una birra chiamata Dubbel Brown. C’è anche la Westmalle Extra, una birra prodotta solo un paio di volte l’anno, teoricamente riservata alla sola mensa dei frati (anche se qualche bottiglia, ogni tanto, scappa fuori dalle mura), chiamata, paradossalmente, la “pils delle birre ad alta fermentazione”. Meta irrinunciabile, per chi capita in Belgio, è questa abbazia (con il Trappist Cafè che si trova proprio di fronte), che, con i suoi 120.000 hl circa di birra prodotti ogni anno è al primo posto per volumi fra i monasteri trappisti del Belgio. Per chi capitasse da quelle parti e fosse anche un appassionato collezionista, suggerirei di impegnarsi a fondo per accaparrarsi uno dei bicchieri celebrativi di questo 175° anniversario che l’abbazia ha messo in commercio: un bicchiere “unico” che non dovrebbe mancare sulla scaffalatura del perfetto collezionista birrofilo.