Birre belgheBirre degustate

Verticale di Stille Nacht del birrificio De Dolle

Esistono pochissime birre al mondo, si contano sulle dita di due mani, che possono accostarsi alla parola “verticale”, predominio di amanti del vino e ginnaste in erba. Almeno tre sono di Kris Herteleer, e la regina in assoluto è la Stille Nacht capolavoro millesimato (cioè con l’indicazione dell’annata in etichetta) che al suo puntuale arrivo, ogni anno, ai primi di dicembre, ha il potere di farci esclamare: ”Adesso è natale!”. La tentazione, ogni volta, è quella di avventarsi sulle cassettine infiocchettate e mettere fine alla scorta del prezioso nettare prima del brindisi di fine anno. Errore di inesperienza gravissimo. Nessuna birra come la Stille Nacht è capace di cambiamenti (a volte repentini) e di lunghissime maturazioni. L’evoluzione di questa birra ha qualcosa di magico e non paragonabile a nessun altra birra o addirittura vino. Ogni millesimo ha un percorso diverso, e nonostante tutti gli sforzi dettati dall’esperienza, difficilmente classificabile. Può capitare un’annata che, giovanissima, appaia francamente deludente, facendoci dubitare (per un solo istante, prima che il gallo canti…) sul lavoro di De Dolle, e che in seguito, dopo pochi mesi o qualche anno, si schiuda come una bellissima farfalla dalla sua crisalide. E viceversa, Stille Nacht battezzate dagli esperti come capolavori assoluti, che durante la maturazione perdano verve senza confermare le promesse di lunghissima vita e di gemma assoluta. Sia in un caso che nell’altro stiamo parlando comunque di grandissime birre, che proprio nella degustazione affiancata con sorelle più giovani o più anziane donano la massima espressione di piacere al vero appassionato.

Non vi tedierò dunque con l’inutile incasellamento di stelline nella lista di annate (esercizio che lasciamo al meno affascinante Brunello) ma vi lascerò esplorare, se avrete la pazienza di aspettare, i misteri di una birra e di un birraio, che più di ogni altro affascina gli appassionati con questa mistica magia. Quindi, con tutti i disclaimer del caso vi trasmettiamo qualche nota degustativa di un’ipotetica “verticale” di Stille Nacht pescata nei ricordi di eventi unici.

Stille nacht 2012
Con l’etichetta ancora fresca di stampa arriva quest’anno verso la metà di novembre, un po’ in anticipo rispetto al solito. E’ molto pronta con un naso già complesso tra il tropicale ed il lievito fiammingo, e la componente acida che contrasta in bocca l’alcool alla perfezione. Godiamocela, con la consapevolezza che questa goduria potrebbe essere effimera.

Stille nacht 2011
Un’annata con una curva ancora impennata in fase ascendente. Impossibile stabilire ora a quale picchi qualitativi potrebbe arrivare, sembrava ottima a dicembre 2011, ora è su livelli di quasi perfezione, con la mitica pesca sciroppata a dominare uva sultanina e violette candite. In bocca ha una persistenza infinita.

Stille nacht 2010
L’araba fenice, resuscitata dalle sue ceneri. Quella che sembrava un’annata sfortunata con ossidazioni in fasce e palato stanco, si è risvegliata già nel corso del primo anno di vita mantenendo una qualità generale molto alta con il ritorno primaverile dell’acidità. Ad oggi è una bella bevuta.

Stille nacht 2009
È quella che ha diviso maggiormente al suo arrivo. Per alcuni straordinaria nella sua opulenza per altri troppo morbida e matura. Ad oggi, a meno di colpi di coda non pronosticabili, avevano avuto ragione i secondi. Annata minore da cogliere velocemente. 2006 • Paradigmatica nella sua evoluzione con alti, bassi ed ancora alti. Perfetta a settembre di quest’anno matura come una splendida quarantenne con ancora molte velleità. Tenuta insieme più che dalla freschezza da un alcool che non ha più nulla di etilico ma che sormonta come velluto un fruttato da marmellata di agrumi.