Pale Ale di nome, Session Ipa di fatto, questa Paradise targata Redchurch. E infatti con tale identità stilistica si dichiara, e viene catalogata, l’etichetta londinese; portatrice di un’identità sensoriale (alta densità di espressioni organolettiche unita a basso grado alcolico) che lascia poco spazio a tentennamenti.
Il look è balneare: dorato assai tenue, venature di rito, schiuma copiosa, da creste d’onda che s’infrangono a riva in una bella giornata ventosa. Il naso, ugualmente, comunica se stesso a folate successive: fresco, ampio, arioso; ricco di sfumature, tra cui si colgono note di panificato chiaro, fiori bianchi (magnolia), pesca bianca e litchi, pompelmo, resine boschive e un lieve pepato. Si passa al test del palato e l’esito è a sua volta positivo: vibrante e tesa nelle corporature, la sorsata sostiene comunque con disinvoltura un impeto amaricante non da poco, gestendone la dilatazione in forme graduali, senza strappi di sorta tra imbocco succoso e finale consacrato, invece, al vigore del luppolo. La persistenza è lunga ma non impiombante e anima il desiderio di bere ancora. In una parola, promossa!
Paradise Pale Ale del birrificio Redchurch
Fermentazione: alta
Stile: Session Ipa
Colore: dorato scarico
Gradi alcolici: 3.7% vol.
Bicchiere: pinta americana
Servizio: 8-10 °C
