Omelette Primavera e Double Ipa
Aprile, tempo di scampagnate. E dunque diamo il bentornato ai gustosi pranzo al sacco, preparati il giorno prima in modo da avere a portata di mano, l’indomani, ghiottonerie di semplice gestione, da consumare fredde, in piatti volanti o in panini ben imbottiti. Un’opzione classica? L’omelette! Ma non una qualsiasi (si fa presto a dire omelette!), perché in omaggio alla stagione e alle sue primizie, la versione che proponiamo è quella della frittata primavera, con una pioggia di verdure, erbe aromatiche e spezie. Una selezione ortolana che ognuno, ovviamente, può modulare a piacimento. Dovendo dare comunque delle coordinate, la nostra compilation include carote, patate, porri, asparagi, peperoni (rossi e gialli); e tra le erbe: timo, maggiorana, finocchietto selvatico e aglio; oltre agli immancabili sale e pepe.
Due accenni alla preparazione: ortaggi da sminuzzare e dorare in padella con Extravergine e aglio; uova da sbattere e arricchire con le erbe aromatiche; assemblare il tutto, cuocere e impiattare. Se ne ottiene un concentrato ad alta densità sensoriale e nutritiva, come immaginerete. Dalle più che robuste fondamenta materiali, impastate di carboidrati (le patate), di grassi e proteine (olio, ma soprattutto tuorli e albume); dal pulsante e ampio respiro odoroso (i condimenti dell’erbivendolo); dalla non sottovalutabile acidità (lo steso olio in cottura e i porri); dalle facilmente regolabili sapidità e piccantezza. Ecco, è questo il tasto-chiave della nostra proposta d’abbinamento: usando mano leggera coi grani bianchi e neri, avremo margini di manovra più ampi nello scegliere birre anche con una più o meno ricca corrente amaricante.
E allora la scelta della tipologia da cui attingere le etichette partner della nostra omelette potrebbe finire con pertinenza anche su un territorio non immediato, come associazione, quale quello delle Imperial Ipa. Le quali in funzione sgrassante faranno valere frizzantezza e alcol; in ordine all’esigenza di compensare l’acidità metteranno in campo le loro dense strutture abboccate e la stessa gradazione; mentre di certo non faran fatica a tenere testa alla gettata aromatica del boccone, essendo più che di ogni altra cosa dotate in profumi. Quanto a suggerimenti specifici, la categoria è così copiosa che non c’è se non l’imbarazzo dell’abbondanza. Tra le molte altre candidabili, mettiamo in fila la norvegese Rye Ipa di Lervig (8,5 gradi); la britannica Nth Cloud di Buxton (8,2 gradi); le tricolori Kraken di Dada (8,1 gradi) e Cento Nodi di P3 Brewing (8 gradi tondi).
Perchè non considerare la gylden ipa della linea #norden #ceres
saluti