Apprezzata fin dai primi passi compiuti dal marchio Free Lions dopo la sua entrata in scena, nel 2011, la Neverending si fa valere per l’energia con la quale declina i fondamentali sensoriali della tipologia Dry Stout, alla quale fa riferimento, senza peraltro limitare il proprio spazio di manovra entro limiti di pedissequa esecuzione del disciplinare consuetudinario.
Da copione il look: una massa liquida scura – sostanzialmente nera non fosse per le accensioni brune e rubine manifestate nel lasciarsi attraversare da opportune lame di luce – sormontata da schiuma cappuccino, dosata nei volumi e tenaci nel persistere. E in linea con lo stile è anche il naso: il cui sviluppo, però, pur muovendo da partenze prevalentemente torrefatte (caffè, orzo in tazza, cacao, sensazioni di bordo teglia), ne estende e ne plasma le matrici conducendole da un lato – pur essendo solo 5 i gradi alcolici – su latitudini liquorose (nocino, pralina cuneese), dall’altro verso rapide incursioni nell’affumicato. Stesso spartito al sorseggio: reso agevole, veloce, da una corporatura snella, coesa e mai increspata dai potenziali graffi di una carbonazione eccessiva; né compromessa da virate amaricanti di eccessiva bruschezza. Piena e godibile.
Neverending del birrificio Free Lions
Nazione: Italia
Fermentazione: alta
Stile: Stout
Colore: scuro
Gradi Alcolici: 5% vol.
Bicchiere: pinta
Servizio: 10-12 °C