Matrimonio scozzese: Scotch Eggs & Ales
A dispetto del nome, pare che di scozzese abbiano ben poco le Scotch Eggs, le uova sode avvolte solitamente da carne di suino speziata e aromatizzata in più modi, panate e fritte, diffusissime in tutto il Regno Unito. È infatti il londinese negozio di leccornie “Fortnum & Mason” a rivendicarne la paternità dell’invenzione, nel 1738, come snack per i viaggiatori di autobus diretti a ovest da Londra che passavano da Piccadilly. Secondo altre fonti invece, le Scotch Eggs sarebbero nate nello Yorkshire nel tardo XIX secolo. In origine non erano ricoperte con la carne di salsiccia ma con una pasta di pesce, prima di essere cosparse di pangrattato ed il loro nome all’epoca era “Scotties”, presumibilmente perché specialità di un ristorante di nome “William J Scott & Sons”. Che la loro etimologia derivi dalla storpiatura di “scorch” – bruciate, perché cotte sulla fiamma viva – o dal nome di un ristorante inglese, fatto sta che le scotch eggs sono un geniale cibo da strada, sostanzioso, completo e piuttosto fantasioso (e perché no, anche bello da vedere!). In giro per le città inglesi e scozzesi, le troviamo far bella mostra di sé soprattutto nei mercati settimanali del sabato o della domenica. Soluzione perfetta per un pic-nic o come aperitivo, anche nella versione mini fatte con le uova di quaglia.
Ingredienti per 6 Scotch Eggs
6 uova intere più 2 leggermente sbattute,
500 gr di salsiccia di maiale macinata,
1 cucchiaio di salsa Worcestershire 1 cucchiaio di mostarda inglese,
2 foglie di salvia tritate,
2 rametti di timo tritato,
1/2 tazza di farina,
1 tazza di pangrattato,
olio di arachidi e EVO per friggere
In un pentolino portate a bollore abbondante acqua quindi adagiate molto delicatamente le uova facendo attenzione a non romperle. Le uova devono essere a temperatura ambiente e non fredde di frigo. Cuocetele per massimo 6 minuti (se volete che il tuorlo rimanga leggermente morbido e non completamente sodo) quindi toglietele e trasferitele in una ciotola di acqua fredda per almeno 5 minuti. Sgusciatele e tenetele da parte. Nel frattempo sbriciolate con le mani la salsiccia e unite la salsa Worcestershire, la senape, salvia e timo e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Dividete la miscela in 6 parti uguali e formate ciascuna porzione attorno a ciascun uovo cotto fino ad avvolgerlo completamente. Per facilitare l’operazione, potete spalmare la porzione di impasto di salsiccia su un quadrato di carta da forno, porvi l’uovo al centro e delicatamente avvolgere l’uovo, staccando la carne via via dalla carta e compattando bene con le mani; l’impasto dovrà risultare ben aderente all’uovo ed omogeneo. Preparate a questo punto, per la panatura delle uova, tre differenti ciotole: una contenente le 2 uova sbattute, una con la farina ed una con il pangrattato; ogni uovo avvolto con la carne andrà quindi prima infarinato, immerso nell’uovo e poi nel pangrattato e di nuovo nell’uovo sbattuto ed infine nel pangrattato, per assicurare una panatura sufficientemente spessa e croccante. Portare ad una temperatura di 175-180° l’olio (un mix di olio di arachide e extravergine è ottimale) ed immergete le uova così preparate fino a doratura completa (circa 7 minuti). Trasferitele su carta assorbente per asciugare e lasciatele raffreddare per 10 minuti prima di servire. Ideali se accompagnate da una fresca insalata e salsa alla senape, le Scotch Eggs si prestano a innumerevoli varianti, anche vegeteriane con funghi o spinaci per esempio. Una interessante rivisitazione che abbiamo sperimentato con successo è l’impiego di un buon ciauscolo al posto della salsiccia, delizioso così com’è senza ulteriori aromatizzazioni aggiunte. Provare per credere!
Nel bicchiere
Un ovetto innocente e dorato ma che una volta addentato rilascia una girandola di sapori – tendenza dolce dell’uovo, sapidità e aromi della salsiccia, grasso, speziature e piccantezza – oltre a consistenze differenti: croccante, carnoso, untuoso e gelatinoso. Una goduria da enfatizzare con una birra che sappia ammansire così tante sensazioni senza schiacciare il profilo aromatico. Senza apparente fantasia e ricerca stappiamo una Scotch Ale di media gradazione non troppo carica nel colore e nemmeno nell’alcol, capace di accogliere con il profilo maltato e le parti contundenti dell’ovetto (per amplificare il lato speziato/balsamico puntate su alcune versioni aromatizzate con erica o bacche). Se volete invece una maggiore pulizia provate con la secchezza e la bollicina irruente di una Tripel, che mette in campo un corpo medio, alcolicità e un punto di dolce/amaro bilanciato e giusto per il tête-à-tête con il boccone.