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La Rocca del birrificio Manerba

Ecco un fulgido esempio di birra che rifugge alle classificazioni realizzata da un produttore che non ama i riflettori e che lavora sodo grazie a delle radici ben salde sul territorio e a un brewpub di ben 600 posti felicemente adagiato sull’omonima località che si affaccia sulle sponde del Lago di Garda. Alfredo Riva, il birraio, è discreto e capace, e nel silenzio della provincia sforna birre di livello nazionale come questa dorata dal doppio passaporto belga/statunitense.

L’impianto guarda alle migliore tripel, per aspetto, secchezza, bravura nel celare la nota alcolica e pericolosa innocenza. Già al naso il dna belga degli esteri (mela, banana) viene condiviso con i cromosomi yankee, che nel bicchiere si materializzano in frutta tropicale, fiori gialli, buccia di mandarino. Il bouquet ne esce amplificato come del resto l’esperienza gustativa, dove ad un’ottima pulizia finale si aggiunge una leggera nota amaricante. Un intervento luppolato che risulta troppo lieve all’assaggio per etichettarla come Belgian IPA, ma abbastanza nitido, soprattutto al naso, per farla uscire dai binari di una tripel. Ma mentre ci ragionate, la birra è già finita; così vi riempite un altro bicchiere senza pensare che i suoi 6,8 gradi alcolici vi chiederanno il conto più tardi.

La Rocca del birrificio Manerba

Nazione: Italia
Fermentazione: alta
Stile: Belgian Ale
Colore: dorato
Gradi alcolici: 6,8% vol.
Temperatura di servizio: 8-10 °C
Bicchiere consigliato: tulipano svasato