“Chiamala Intrinsic: sarà la tua birra”. La citazione (esplicita: nessuna pubblicità occulta, quindi) è quella del tormentone di uno dei più noti spot pubblicitari diffusi negli anni Settanta da un’altrettanto nota azienda brassicola nazionale. E l’attualizzazione in chiave moderna (con la sostituzione del marchio di allora a quello, appunto, dell’americana Intrinsic Brewing) è più che giustificata: dato che il brand protagonista della vicenda ha dato il là a una campagna di autofinanziamento, chiamando a raccolta i propri stessi clienti.
La sostanza dell’operazione? Eccola: dammi un po’ dei tuoi soldi ora e io ti darò in cambio un po’ della mia birra; a cadenza quotidiana (o quasi) e per sempre. Siamo a Garland, nel Texas. Dove la già citata Intrinsic, in cerca di fondi per aprire una nuova sala cottura, si è affidata al crowdfunding. Per l’esattezza, lanciando una sottoscrizione tra i consumatori fidelizzati: il traguardo che ci si prefigge è raggiungere i 30mila dollari; chiunque concorrerà allo sforzo collettivo con una donazione personale (a partire da una base minima di duemila dollari), si assicurerà – parola del brewmaster Cary Hodson – un vitalizio in natura: tre bevute al giorno per quattro volte alla settimana (e in più, crepi l’avarizia, anche un set di sottobicchieri e un tavolo). Bizzarra quanto volete, l’iniziativa ha in ogni caso riscosso attenzione e, soprattutto, risposte numerose: al termine del primo weekend successivo all’apertura dei versamenti, sul conto di destinazione si erano già accumulati 10mila dollari, un terzo della somma auspicata.