Industria e Craft Beer: Kirin su Brooklyn, Ab Inbev su Karbach
Guerra della pinta: non si arresta l’offensiva dei gruppi industriali, anzi mega-industriali, sul fronte dell’assorbimento (o dell’ingresso nel capitale sociale) di competitor del ramo craft. A esibire iperattivismo è anzitutto l’immancabile Ab InBev, che arricchisce la propria collezione di marchi acquisiti, aggiungendo – a un catalogo che va da Goose Island a Del Borgo – anche la Karbach di Houston, entrata in scena solo cinque anni fa, ma messasi in luce come una tra le firme più dinamiche e in più rapida crescita. I fondatori – ed ex titolari – Ken Goodman e Chuck Robertson garantiscono, nella nuova cornice proprietaria, il mantenimento sia degli organici attualmente in sella (a partire dai quadri direzionali e dal team dei birrai), sia di un sostanziale regime di autonomia gestionale.
Chi risponde stavolta, pur parzialmente, all’ennesimo colpo battuto dal maggior colosso planetario del boccale è la compagnia giapponese Kirin, data come vicina a mettere in cassaforte (non resi noti i dettagli economici dell’operazione) il 20% nientemeno che della Brooklyn Brewery, attualmente dodicesima nella classifica (per volumi sfornati) delle realtà artigianali degli Stati Uniti e già legata in una joint venture con un’altra big label, Carlsberg, per la produzione a Stoccolma.