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Hoegaarden, arriva la versione 0 alcool

Hoegaarden senza pace, la birra e il birrificio. Un anno complicato, questo, per questa birra che tutti hanno bevuto e apprezzato fino agli anni ’90, quando, dalle mani di Pierre Celis (colui che l’aveva “resuscitata” dall’oblio) passa a quelle di Interbrew (oggi AB-InBev). Anno complicato perché, innanzitutto, è venuto meno, pochi mesi fa, lo stesso Pierre, che è morto ad Hoegaarden, dove ancora risiedeva, all’età di 86 anni. Anno complicato perché il “concetto” di Hoegaarden (e conseguentemente quello di biere blanche) ha subito un altro duro colpo, vista l’immissione sul mercato, a pochi giorni di distanza dalla morte di Pierre stesso, della Hoegaarden 0,0 in lattina, l’ennesimo “sfregio” alla tradizione delle biere blanche che Pierre Celis aveva con tanta fatica (ma anche con tanto successo) rivitalizzato.

hoegaardenAdesso le cose sembrano farsi ancora più complicate per questa birra-simbolo della produzione birraria belga, visto che Ab-InBev, che ne detiene la proprietà (essendo subentrata a Pierre Celis e alla De Kluis brouwerij nel 1988) non ha trovato ancora la soluzione produttiva più soddisfacente per questa birra. Nel 2006, infatti, i manager del colosso belga-statunitense, visto che i volumi produttivi della Hoegaarden negli stabilimenti di Jupille erano “al gancio” in quanto non ulteriormente espandibili, ne trasferirono la produzione a St-Pieters-Leeuw, presso gli impianti della Belle Vue. Appena un anno fecero marcia indietro, perché l’Hoegaarden, brassata da Belle Vue, non era “la stessa”, e la riportarono “a casa”, senza però risolvere alla radice il problema dei volumi produttivi. A distanza di pochi anni il problema si è riproposto: hanno ridato mandato alla Belle Vue (che già produce la Hoegaarden 0,0) di testare la produzione per la Hoegaarden Rosè, altra variante spuria della classica blanche. In molti, operai compresi, hanno letto in questa mossa la volontà di spostare nuovamente la produzione di questa birra c/o la Belle Vue, o, nella peggiore delle ipotesi, in uno dei tanti birrifici di proprietà Ab InBev sparsi non solo in Belgio. Non solo della Rosè, ma, nuovamente, anche della Blanche classica. Legittima quindi la preoccupazione degli operai, comunque rassicurati dalla proprietà; altrettanto legittima la preoccupazione dei consumatori, già duramente messi alla prova dallo stravolgimento gustativo del quale è stata vittima in questi ultimi anni, la biere blanche (una volta) d’eccellenza.

Perché si sa, la birra non ama viaggiare …

di Alberto Laschi

Un commento

  1. La Hoegaarden ormai è diventato esclusivamente un marchio da vendere a tutti i costi. La qualità, ha lasciato posto alla quantità ed allo sfruttamento del marchio. Peccato, anche perchè per la massa birra bianca significa Hoegaarden.