Grand Cru del birrificio Hoegaarden
Tra le figlie di Pierre Celis – il compianto fondatore della Hoegaarden Brouwerij (nell’omonimo villaggio belga del Brabante Vallone), oggi in mano al gruppo InBev – la Grand Cru è senza tema di smentita una tra quelle che, ancora, esercitano un fascino assai vasto, raccogliendo consensi da pubblico e critica. Molto abbottonati i materiali informativi ufficiali circa la specificità del prodotto, iniziamo col riportarne i dati certi: 8.7 la caratura alcolica, “Belgian Strong Golden Ale” l’appartenenza stilistica. Ciò detto, relativamente ai “fondamentali” della ricetta e della procedura di lavorazione, si parla in effetti di un cross-over tipologico: un mosto di puro malto d’orzo e un trattamento che prevede l’aromatizzazione con gli ingredienti tipici delle Bière Blanche (coriandolo, bucce d’arancia), nonché una fermentazione affidata a loro lieviti caratteristici.
L’approdo finale è a una “pantera fulva”, dalle dorature ignee e dalle profondità già ambrate, piuttosto ben dotata in schiume; che anche all’assaggio conferma la propria natura “felina”. L’olfatto, sensuale e polposo, reca i tratti somatici delle due tradizioni da cui la birra attinge le proprie origini: e dunque toni di frutta bianca (banana, pera) e di miele chiaro, bordati di speziature dolci (chiodi di garofano, vaniglia) e agrumi canditi. Alcolico e ricco di calore, anche il sorso si allinea alla femminilità di lineamenti che caratterizza gli altri piani sensoriali: procede inizialmente lungo il binario di tornite caramellature, per poi conseguire affilatezza sia con tratti dolce-aciduli, sia con un deciso svettare alcolico che dà l’impronta conclusiva.
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Grand Cru del birrificio Hoegaarden
Fermentazione: Alta
Stile: Belgian Strong Golden Ale
Colore: Dorato
Gradi Alcolici: 8.7% vol.
Bicchiere: Balloon
Servizio: 10-12°C