Donne in birrificio: luci e ombre in USA, male in Europa
Chi frequenta assiduamente pub e festival birrari ormai se ne sarà reso conto, la birra non è una prerogativa degli uomini. Bisogna sfatare il vecchio cliché del consumatore uomo, con barba da vichingo e corredo di tatuaggi di luppoli. Le statistiche parlano chiaro: sempre più donne fanno parte della scena craft. Che sia come consumatrici o addette ai lavori, le donne sono entrate a gamba tesa, in particolar modo negli Stati Uniti dove associazioni come la Brewers Association pongono particolare attenzione all’inserimento di minoranze all’interno del mondo della birra artigianale. Anche se la maggior parte dei birrai rimangono uomini, le donne nell’ultimo report di agosto 2019 della Brewers Association sono salite al 7.5%, mentre sono il 37% i birrifici che dichiarano di avere dipendenti di sesso femminile in settori vendite e marketing. Le donne dominano la scena, anche se in maniera più timida, come personale di servizio con una percentuale del 53%. Purtroppo c’è ancora strada da fare, infatti da questo sondaggio risulta che del 56% di birrifici con un solo proprietario nel 96% dei casi quest’ultimo è un uomo.
Ma non si parla solo di donne ma anche di minoranze etniche e invalidi. In America l’88% dei proprietari di birrifici sono caucasici, gli afroamericani costituiscono solo l’1% dei proprietari e solo il 3% dello staff. Per far fronte a questa necessità, nel 2017 la Brewers Association si è dotata di un Diversity Committee incaricato di identificare e indirizzare risorse umane e garantire un sistema più inclusivo. Inoltre stanno promulgando da qualche anno diversi programmi, eventi e organizzazioni che hanno per scopo quello della promozione di un mondo craft che accolga le minoranze. Fra queste iniziative, il Diversity Event Grant Program che si propone di finanziare eventi che abbiano come tema centrale l’inclusione nell’ambito della birra artigianale. Sono molti i birrifici e le associazioni attraverso tutti gli stati che si sono uniti a questa battaglia. Possiamo citare per esempio Mass Bay Brewing Co. e Harpoon Brewery, che sfruttando la concessione di 20.000$ fatta dalla Brewers Association e in associazione con l’ufficio per la diversità della città di Boston, stanno per lanciare in autunno la prima fiera del lavoro dedicata alla ricerca di personale facente parte di minoranze. L’evento dal nome Hop Forward Career Fair si terrà a inizio ottobre presso il birrificio Harpoon e oltre agli organizzatori sono attesi altri birrificio della zona. Un altro punto fondamentale istituito nel 2019 è un codice di condotta per tutti i festival organizzati dalla Brewers Association, fra cui il GABF e l’Homebrewer Con. Nel codice è severamente vietato ogni tipo di comportamento sessista, razzista o, in generale, di esclusione durante gli eventi.
La situazione in Europa è decisamente diversa, la birra artigianale, da produttore a consumatore, resta un settore dominato da uomini caucasici. In Italia possiamo vantare soltanto un ottimo risultato in termini di consumo che, secondo i dati di AssoBirra, stima le bevitrici regolari di birra (artigianale e non) al 60%, anche se con un misero 14 litri pro capite. Non sono solo consumatrici le donne italiane ma anche operatrici del settore, anche se spesso in ambito birrario, rimangono ancorate al settore servizi e difficilmente entrano in birrificio. In effetti se è sempre più frequente incontrare publican donne, degustatrici o responsabili vendita e marketing, è raro in Italia e in Europa rintracciare donne in produzione. Porta bandiera di spicco del mondo craft italiano sono Luana Meola, birraia del birrificio Fabbrica della Birra Perugia, e Cecilia Sciscani, che assieme al compagno Matteo Pomposini ha dato vita al birrificio marchigiano MC77. Ci sono altri casi in varie regioni d’Italia, ma nulla di significativo. Tra gli altri esempi notevoli della scena europea non possiamo non citare Anne-Françoise Pypaert, che nel 2014 è diventata la prima birraia donna di un birrificio trappista, la Brasserie d’Orval, o ancora la monaca Doris Engelhard, birraia dell’Abbazia di Mallersdorf in Baviera. Fra le donne della scena moderna troviamo Katie McCain, artista riconvertita al mondo della birra, attualmente è uno dei tre birrai del birrificio londinese Pressure Drop.
Tutta un’altra storia per quanto riguarda le minoranze etniche e persone disabili che sono pressoché assenti dalla scena Europea. A questo proposito non esistono né associazioni, né studi seri sull’argomento. Questo tipo di dati sono fondamentali per capire la tendenza attuale e strutturare una strategia per il futuro, cosa che gli statunitensi stanno portando avanti con costanza da anni, mentre in Europa è un cammino tutto da intraprendere.