Botta e risposta: James Watt del birrificio Brewdog
Dal 2007, anno di nascita di Brewdog, i punk della birra hanno stupito il mercato con prodotti di carattere ed una comunicazione agguerrita. Abbiamo intervistato James Watt, vulcanico fondatore del birrificio scozzese, per scoprire qualcosa di più su di lui e sulla sua attività.
La prima volta che ci siamo incontrati a Roma, se ti avessi chiesto di parlarmi del futuro di Brewdog, la risposta si sarebbe avvicinata a quello che è adesso nella realtà? Intendo, ti aspettavi nel 2007 di raggiungere un così grande successo?
Abbiamo puntato in alto fin da quando abbiamo fondato Brewdog nel 2007, ma non ci saremmo mai aspettati un simile livello di crescita. È magnifico, ma siamo solo all’inizio.
Hai la stessa passione che avevi nel 2007?
La nostra passione è stata ed è tuttora quella di portare grandi birre artigianali nelle mani di più persone possibile. Ed ogni singolo giorno miglioriamo in questo.
Capita di sentire persone che dicono che Brewdog non è più artigianale. Brewdog è ancora artigianale? Qual è la tua definizione di birrificio artigianale?
La parola “artigianale” non si riferisce alle dimensioni di un birrificio, ma piuttosto agli standard qualitativi ed al know-how applicato per creare le ottime birre artigianali che escono da quel birrificio. I birrai artigiani sono coloro che fanno birra con un’anima e con un obiettivo, guidati dalla creatività, dall’innovazione e dalla passione, non dal profitto. Con questa filosofia ben in mente, Brewdog sarà sempre un birrificio artigianale.
Nel 2011 hai avuto una rottura con il CAMRA. Cosa è successo davvero in quell’anno? Al giorno d’oggi le cose sono cambiate?
La scena brassicola artigianale sta esplodendo, i consumatori sono entusiasti di provare nuove interpretazioni degli stili birrari classici, nuove birre di giovani birrai creativi, nuovi ingredienti e nuove ricette. Al di là che esse siano in fusto, in bottiglia, in lattina o in cask. Si tratta di un nuovo coraggioso mondo firmato da produzioni indipendenti, e le scricchiolanti regole del CAMRA riguardo a cosa possa essere classificato come birra sono veramente poco coinvolgenti al pari di una tiepida pinta di mild inglese.
In Italia, ad oggi, ci sono 3 Brewdog’s Bar ed è possibile trovare le vostre birre praticamente ovunque: Ari Rovati (Six Degrees North) è uno tra i 4 migliori birrai scozzesi dell’anno e la sua fidanzata, Alessandra, è il capo birraio di Cromarty Brewing Co. Sembra dunque che Italia e Scozia siano molto vicine: che ne pensi dell’Italia e della scena craft italiana?
L’Italia è un posto fantastico con uno scenario, per quanto riguarda la birra artigianale, in velocissima espansione. Siamo davvero entusiasti di essere una parte di tutto questo, grazie ai nostri tre pub in Italia!
Il mercato di birra artigianale, in tutto il mondo, sta cambiando freneticamente: stiamo assistendo ad operazioni di acquisizione ad opera delle grandi compagnie. Basta pensare a Goose Island, Ballast Point e molti altri negli Stati Uniti, Meantime nel Regno Unito, Birra del Borgo qui in Italia, ma la lista è ben più lunga e si inspessisce di giorno in giorno. Prima di tutto: avete mai ricevuto offerte per vendere l’azienda?
Noi non venderemo mai, nonostante abbiamo ricevuto innumerevoli offerte da enormi compagnie sfacciate che vogliono una fetta di Brewdog. Nessuno può apporre un prezzo su quello che la nostra missione craft significa per noi; abbiamo anche approvato una mozione di fronte al nostro fedele esercito di Equity Punks, inserita nel nostro statuto (e questo significa protetta da vincoli legali) promettendo solennemente di non vendere mai. Non si scherza con la nostra indipendenza.
Pensi che per sopravvivere ci siano altre strade che non passano dall’acquisizione?
Il nostro modello di finanziamento innovativo, Equity for Punks, ci assicura di non aver mai bisogno delle banche per finanziarci. Brewdog è coperto da 46.000 investitori, ottime persone che hanno a cuore ottima birra. Hanno investito, ad oggi, 26 milioni di sterline, una quantità smisurata di denaro raccolta soltanto grazie al fatto che la comunità crede in quello che stiamo facendo. Sono dentro a questa storia tanto quanto noi.
Come immagini il futuro di Brewdog? Come sarà Brewdog nel 2027?
Nel 2027 Brewdog, come oggi, si spingerà oltre ai confini della birrificazione, con l’intento di convertire sempre più persone alla craft beer revolution.
Come immagini il mondo della birra artigianale nei prossimi cinque anni? Pensi che cambierà qualcosa per i pub e per i consumatori?
La scena craft si è espansa enormemente negli ultimi anni, e pensiamo che questa tendenza possa continuare nei prossimi cinque anni. Sempre più persone iniziano a riconoscere che la birra artigianale è un prodotto di gran lunga superiore rispetto alle alternative acquose prodotte da marchi senz’anima. Speriamo che questa domanda, già in crescita, diventi un fenomeno ancor più tangibile in tutti i pub del Regno Unito. Lunga vita all’artigianale!
Chi era e chi è adesso James Watt? Cos’è cambiato nella tua vita?
Bevo più caffè e mangio meno panini, ma bevo sempre la stessa quantità di birra!