Yes we can! Il fascino della birra artigianale in lattina

È da un po’ di tempo che sto studiando la birra artigianale in lattina nell’unico modo che conosco: bevendone il contenuto e cercando, dove possibile, di confrontarlo con lo stesso prodotto in bottiglia. Dopo anni passati a considerarlo un contenitore da discount, adatto a contenere birre di bassa qualità, ho cominciato a ricredermi guardando alla scena birraria degli Stati Uniti, dove molti tra i migliori produttori utilizzano la lattina, facendone un capo saldo della rivoluzione artigianale al di là dell’Atlantico. Il dubbio che fosse un ottimo contenitore mi era venuta con uno dei più famosi birrifici scozzesi, BrewDog, di cui avevo trovato più interessanti le lattine delle bottiglie. La consacrazione definitiva che la lattina è un contenitore formidabile mi è venuta assaggiando alcune West Coast India Pale Ale prodotte negli Stati Uniti: la freschezza di quelle birre, in particolare la Sculpin IPA di Ballast Point, era strepitosa. Devo ammettere che mi ha riconciliato con lo stile, grazie ad una piacevolezza nel berle che nella stragrande maggioranza dei casi non mi capitava, facendomi anche capire perché molti birrifici di alto livello abbiano sposato la lattina.

Le birre come le IPA, caratterizzate dal luppolo e dalla sua freschezza si giocano tutto in pochi giorni, basta poco tempo e sono già in calo: gli aromi virano verso note meno piacevoli e la beverinità perde clamorosamente. Con le lattine mi sono invece accorto che le caratteristiche note di agrumi, resinoso, erbaceo, non erano “sedute” ma anzi restavano “vive”, piene, arrotondando la birra e rendendola decisamente facile e piacevole da bere. Diventa molto più facile distinguere i vari profumi e non si notano quelle note vagamente “cheesy”, insomma di formaggio, che si sentono in molte birre caratterizzate da luppoli un po’ stanchi. E negli Stati Uniti sono molti i birrifici a usare la lattina, più di 500, nella maggior parte dei casi usandola per birre come IPA e APA, ma anche Lager leggere e in generale per le birre più… delicate. Solo raramente si trovano Imperial Stout e birre simili in lattina. Anche un birrificio europeo mi ha fatto aprire gli occhi, il norvegese, di Stavanger, Lervig Aktiebryggeri, dove Mike Murphy, birraio di Philadelphia con lunghi trascorsi anche in Italia a Birra del Borgo e non solo, produce una linea di birre che guardano decisamente alla tradizione americana. In particolare la Lucky Jack, una Pale Ale, che non mi dispiace affatto in bottiglia, ma che dalla lattina esce prorompente! Quasi un’altra birra!

Un tempo le lattine erano fatte di pezzi di metallo incastrati per formare una chiusura stagna, cosicché aprirle era decisamente complicato, ma da allora molto è cambiato e anzi, le  comodità delle lattine, rispetto alle bottiglie, sono innumerevoli. Anzitutto si impilano alla perfezione e occupano meno spazio, perfetto nel frigo di casa, ma ovviamente anche per le spedizioni: con le lattine il trasporto è molto più economico – racconta Mike Murphy – pensa che posso mettere più del doppio di casse su un pallet, in modo che i costi per il consumatore siano più bassi. Che ci crediate o no, il costo maggiore sulla birra è dovuto al trasporto/imballaggio! Oltretutto le lattine sono anche meno pesanti del vetro, il che le rende ancora più ecologiche, pensando proprio al trasporto e, perché no, alla nostra schiena. Se nel passato aprire una lattina era un’impresa, oggi è di una facilità esemplare, possiamo tranquillamente dimenticare a casa l’apribottiglie e, anche se non sappiamo brandeggiare un accendino o una forchetta alla Mac Gyver, bere comunque la nostra birra. Senza considerare che la lattina non si frantuma creando pericolose situazioni e neppure si scheggia. Come le bottiglie di vetro, anche l’alluminio possiede caratteristiche ottimali per il riciclo: può essere riciclato al 100% e riutilizzato all’infinito per dare vita ogni volta a nuovi prodotti. Circa il 90% dell’alluminio prodotto in Italia proviene dal riciclo e non differisce per nulla da quello ottenuto dal minerale originale poiché le caratteristiche fondamentali del metallo rimangono invariate. La resistenza alla luce è assoluta, questo è uno dei motivi per cui tiene meglio la fragranza del prodotto. L’altro motivo è che è totalmente stagna, cioè non scambia aria con l’esterno e, a differenza del tappo a corona (che probabilmente può fare cilecca o avere delle micro perdite) tipico delle bottiglie, la chiusura è ermetica.

In Gran Bretagna sono pazzi per le lattine proprio ora – afferma Mike – e infatti il mio viaggio nelle lattine si sposta proprio sull’isola inglese, ma ancora una volta da due birrai americani. Il primo è Justin Hawke, deus ex machina di Moor Beer Company. Justin ha recentemente investito in una macchina per riempire le lattine: mi è costata più di una casa – e il mercato immobiliare inglese non è dei più economici… – ma dopo averne parlato con amici negli USA che hanno linee economiche e spesso problemi tecnici, sapevo che non era quello che volevo, così ho abbandonato l’idea iniziale e mi sono guardato attorno. Le lattine permettono di preservare al meglio la freschezza, gli aromi e i profumi delle nostre birre. Sono più ecologiche e più sicure ma non abbandoneremo del tutto le bottiglie: daremo a ogni birra il giusto contenitore. Le birre che si esaltano con l’ossidazione, come la Old Freddy Walker, continueranno ad essere imbottigliate. Per altre passeremo esclusivamente alle lattine. E gli assaggi delle sue birre gli danno perfettamente ragione: sulle birre più luppolate parto dalle bottiglie e le trovo piacevoli, ben bilanciate, un grande prodotto. Poi provo la stessa in lattina e la trovo ancora meno spigolosa, per quanto sembrasse impossibile, con una varietà aromatica e di profumi ancor più ampia. Anche nelle sensazioni boccali è più gentile, più elegante. Viene voglia di berne il doppio. Stesso discorso con le birre di Wild Beer Co, di Brett Hellis, anche lui californiano trapiantato in Inghilterra. Le sue birre, a volte estreme, si esaltano in lattina: senza pagare dazio all’ossidazione la birra ne guadagna enormemente! Il confronto tra bottiglia e lattina lo mette in chiara evidenzia: la lattina mette in secondo piano la bottiglia.