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Thomas Hardy’s Ale del birrificio O’Hanlon’s

C’è una sorta di sacro terrore nell’accingersi a scrivere di mito come la Thomas Hardy’s Ale, tanta è la suggestione, tanto è il condensato di storia e di storie che quel nome, quell’etichetta e quella bottiglia recano in sé.

Eppure, una volta deciso di stappare l’esemplare del millesimo 2005 custodito nel forziere, la strada è automaticamente tracciata: l’esperienza dell’assaggio inevitabilmente, dato materiale (in termini di sensazioni, riflessioni ed emozioni) risulta da condividere. L’annata di cui si parla è una di quelle del (breve: 2003-2006) periodo di appartenenza dell’etichetta Tha al marchio O’Hanlons (Newton St Cyres, Devon), produttore che prosegtuì, in tempi recenti, la lunga stagione della proprietà Eldridge Pope; ed è chiaro che la bottiglia in questione avrebbe potuto riposare per ancora molti anni prima di essere consumata. Ma la circostanza, galeotta, ne ha decretato la sorte: e, a dirla tutta, il gesto non ha lasciato poi grossi pentimenti.

Perché il mito ha confermato se stesso, fin dalla discesa nel bicchiere del “nettare”: denso e bruno, liscio e senza schiuma, pronto a dispiegare le promesse maderizzate del suo naso liquoroso. Aspettativa ben riposta: ecco in sequenza – nell’olfazione – i fichi, la cannella, l’amaretto, il cioccolato, il miele, l’uvetta e i canditi, la prugna sotto spirito, il panificato dolce a lunga cottura (biscotto, panettone: la crosta), la noce e il nocino. Preludio, questa sinfonia, a una bocca zuccherina ma anche dolceacida, di oleosa densità, provvista, in lunghezza di tendenze che cercano (trovandole) percezioni di liquirizia, di lieve acetico, di tabacco. E i suoi 11.7 gradi alcolici, del tutto o quasi dissimulati. Monumento.

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Thomas Hardy’s Ale del birrificio O’Hanlon’s

Fermentazione: Alta
Stile: Barleywine
Colore: Ambrata
Gradi alcolici: 11.7 %
Bicchiere: Baloon
Servizio: 13-15 °C