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St. Stefanus, una nuova birra d’abbazia per SABMiller

La birra, il Belgio e le multinazionali del settore: sembra quasi che si siamo messi d’accordo, in questi ultimi tempi, per fare a gara su chi “sfrutta” meglio il trend della birra belga, da secoli sinonimo di qualità. La settimana scorsa era stata ABInbev ad annunciare la prossima, vertiginosa espansione dei suoi Belgian Beer Cafè in America, caratterizzati da una carta delle birre esclusivamente made in Belgium (e non tutti gli estimatori della birra belga si sono sentiti rassicurati da questa notizia).

st stefanus beer

Adesso è la volta di SABMiller, il colosso sudafricano concorrente di ABInbev, che annuncia una importante novità birraria, sempre con il Belgio di mezzo. Una novità birraria che però non è proprio una novità, ma che costituisce comunque un importante fiore all’occhiello nel portfolio birrario della multinazionale. Lo scorso luglio SAB Miller annuncia di aver stretto un importante accordo commerciale con la storica brouwerji belga Van Steenberge di Ertvelde, per la commercializzazione, al di fuori dei confini del Belgio, della linea di birre Augustijn, uno dei brand più importanti (e lucrosi) del birrificio belga. A queste birre, lo prevede l’accordo commerciale, verrà però cambiato il nome, sul mercato extra-Belgio, e si chiameranno St. Stefanus. Perché il monastero dalle quali hanno avuto “origine” è il monastero Agostiniano di St. Stefanus di Gand, culla dell’ordine Agostiniano in Belgio, fondato nel 1295 e produttore in proprio di birra fino al 1978, quando l’allora abate cedette ricette e diritto di produzione alla Van Steenberge, ovviamente dietro un lucroso e doveroso compenso. Da allora Van Steenberge brassa la Augustijn blonde e la Augustijn Gran Cru, alle quali da poco aveva affiancato la Donker.  La “proprietà” di tutte queste birre, almeno per ora, resta nella mani di Van Steenberge, che si appoggia alla mastodontica rete commerciale di SAB Miller per incrementare volumi di vendita e profitti.

Il lancio della “nuova” St. Stefanus è di questi giorni, con tanto di sito “dedicato”, molto curato nella sua veste grafica: una abbey beer, senza però il “marchio” Erkend Belgisch Abdijbier (vedi immagine) che invece certifica le birre di Emane, Maredsous, Grimbergen per fare alcuni nomi, l’unica nello sterminato portfolio birrario di SAB Miller, per la quale si usa anche il “famoso” lievito Jermanus della stessa abbazia, e che differisce dalla Augustijn Blonde per un mezzo grado alcolico in più e per la rifermentazione in bottiglia. Prossimamente sarà la volta della Gran Cru, a cambiare forma (il nome) e sostanza (forse), ma sono sicuro che anche la Donker verrà coinvolta in questa girandola.

Un altro pezzo di storia birraria sulla quale ci mette le mani una multinazionale: speriamo bene. E attenzione ai nomi.